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4 MINISTRI (AGRICOLTURA, ESTERI, SEMPLIFICAZIONE E POLITICHE COMUNITARIE) PER 563 SPLAFONATORI: NON SI CHIUDE LA PARTITA DELLE QUOTE LATTE. GALAN: “CHI HA SBAGLIATO DEVE PAGARE, NON CI SARANNO ALTRE PROROGHE” ...

Mancano 2 mesi e mezzo al 31 dicembre, giorno in cui scade il termine ultimo per il pagamento delle multe per chi ha splafonato le quote latte (scadenza prorogata con un provvedimento dell’allora ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia), ma, nonostante il rischio di vedere messe all’asta le aziende non i regola, i 563 irriducibili che non hanno pagato le multe e neanche aderito alla moratoria che da loro tempo fino a fine anno, la partita sulle quote latte resta aperta. Tanto che il Ministro Galan, che oggi ha relazionato sul tema in Consiglio dei Ministri, ha dato mandato di effettuare “gli opportuni approfondimenti politici e tecnici sulla vicenda quote latte insieme ai Ministri Franco Frattini (Esteri), Andrea Ronchi (Politiche Comunitarie) e Roberto Calderoli (Semplificazione), visto che si tratta di questione risolvibile a iniziare da un corretto rapporto tra Italia e Unione Europea”.

“Chi è stato illuso o si è illuso di poter non pagare le multe per aver splafonato la propria quota di produzione dovrà pagare” ha detto Galan, ipotizzando una soluzione rispettosa “della legalità” e della libera concorrenza, che dovrebbe essere quella di riaprire i termini per l’adesione alla sanatoria prevista dalla legge Zaia alla quale finora hanno aderito solo un centinaio di imprese mentre 563 splafonatori, i cosiddetti “irriducibili” non hanno ancora aderito causando 100 milioni di multe. La proroga al 31 dicembre del pagamento della rata di luglio - ha aggiunto Galan per chi ha aderito alla sanatoria prevista dalla legge Zaia sarà l’ultima. Non ci saranno altre deroghe”.
Per la proroga, concessa con un contestatissimo emendamento proposto dal relatore alla Manovra Azzollini che spinse Galan a minacciare le dimissioni, l’Italia dovrà pagare a Bruxelles una sanzione “minima” ha assicurato il Ministro, visto che si tratta di una percentuale sul valore della rata. “Ma il punto - ha affermato con forza - non è questo. Il punto è che è stato violato un principio di legalità e questa violazione è stata tollerata. Prima in Italia le multe degli splafonatori le pagavano tutti i contribuenti, poi hanno incominciato a pagarle anche gli allevatori, ma qualcuno è stato illuso di poter fare il furbo”.

Per chi non si metterà in regola, il rischio concreto è quello di vedere messa all’asta la propria azienda.

“In considerazione della gravità delle conseguenze che le procedure esecutive avranno sui produttori”, il Commissario straordinario per le Quote Latte Paolo Gulinelli “reputa di dover effettuare un’ulteriore scrupolosa e approfondita verifica sull’entità del debito dei produttori di latte. Ritiene inoltre che tale particolareggiato esame sarà concluso entro il 15 novembre 2010, data a partire dalla quale prenderanno avvio le procedure stesse”.

A dirlo è l’Agea, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura. “La procedura riguarda i produttori intimati che non hanno né pagato, né aderito alla rateizzazione prevista dalla legge 33/2009 (la legge Zaia sulle quote latte), cioé gli ormai famosi 563 splafonatori che, nel corso degli anni, non si sono voluti mettere in regola pagando le multe. Contemporaneamente saranno avviate da Equitalia le procedure esecutive per il recupero del debito”. Secondo quanto si apprende, fino al 15 novembre, gli “intimati” al pagamento delle multe (pur non avendo ancora aderito alla sanatoria prevista dalla legge Zaia) potrebbero ancora evitare le procedure esecutive e la messa all’asta delle
aziende, accettando la rateizzazione, rinunciando ai ricorsi al Tar e regolarizzando così la propria posizione.

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