Il movimento di “Terra Madre” deve svilupparsi nel mondo sempre di più, anno dopo anno, per assumere un ruolo-guida nella diffusione delle culture di comunità, per Carlo Petrini. Deve svolgere un compito di salvaguardia delle economie di piccola scala, mettendo in relazione i contadini locali con il mondo scientifico. “Terra Madre non deve diventare un’esposizione di prodotti, ma un momento di promozione delle culture e delle esigenze locali”. Ma “Terra Madre” è di più, perché difende l’economia di piccola scala, il lavoro, la dignità dei contadini, fino a favorire le trasformazioni sociali. Lo fa coniugando scienza e tradizione, con professori che lavorano assieme a contadini, e contadini che vanno a tenere lezioni nelle università, perché è il dialogo la forza motrice del progresso. Anche la stampa è chiamata a svolgere un suo ruolo attivo, per Petrini: deve cessare di essere ciò che lui chiama “pornografia alimentare”, mero catalogo di foto e ricette, e divenire più “politica”, posizionarsi a fianco di pescatori e contadini nella difesa delle loro identità.
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