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LA PRODUZIONE OLEARIA 2010 (A +6%): IN NETTA FLESSIONE TUTTE LE REGIONI SETTENTRIONALI, DATI POSITIVI AL CENTRO, AL SUD LA RIPRESA E’ TRAINATA DA PUGLIA E SARDEGNA, IN CALO SICILIA E CALABRIA: ECCO LA STIMA DI ISMEA, CNO E UNAPROL

La produzione di olio di pressione per il 2010 sarà di 550.000 tonnellate, il 6% in più rispetto al 2009, ma al di sotto della media degli ultimi 4 anni. Dopo un 2009 scarso si registrala flessione di tutte le regioni del settentrione e il recupero delle regioni centrali, mentra al sud la crescita è sostenuta essenzialmente da Puglia, Campania e Sardegna, mentre per le altre si stimano valori inferiori rispetto ai livelli del 2009: ecco le previsioni fatte dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare - Ismea, dal Consorzio Nazionale degli Olivicoltori - Cno e dal Consorzio Olivicolo Italiano - Unaprol. A livello regionale, le stime Ismea-Unioni indicano un incremento della produzione in Puglia (+10-15%), Campania (+5/10%), Toscana (+15%) e Marche (+15%) ed una significativa ripresa per Sardegna (+40%), Lazio (+35/40%), Umbria (+35%) e Abruzzo (+15-20%), dopo le pessime performance della campagna 2009. Al contrario riduzioni si prospettano in Basilicata (-15-20%), Sicilia (-5/10%) e, per il terzo anno consecutivo, in Calabria (-5/10%). Per il Settentrione, come già accennato, sono attesi cali in tutte le Regioni, dalla Liguria (-5%) all’Emilia Romagna (-40%), dal Veneto (-10/15%) alla Lombardia (-10/15%), fino al Trentino Alto Adige (-10/15%), al Friuli Venezia Giulia (-30%) e al Piemonte (-25/-30%).
La riduzione delle produzioni sembra ormai una tendenza consolidata. Questo - secondo l’Ismea - non solo per effetto dell’introduzione del pagamento unico ma anche per i problemi strutturali legati alla bassa redditività. All’aumento dei costi di produzione, infatti, non si affiancano prezzi di mercato sufficientemente remunerativi, e questo induce molti produttori a non raccogliere. Il settore oleario italiano ha subito nel 2009 una caduta verticale dei listini dell’extravergine (-18%), del vergine (-19,7%) e del lampante (-19,8%), solo in parte compensata dal recupero delle quotazioni dell’extravergine e del vergine, avvenuto nei primi 9 mesi 2010.

Focus - Unaprol: +7% l’export di extra vergine di oliva negli Usa. E l’olio made in Italy protagonista con Vinitaly a New York
Cresce negli Stati Uniti l’olio extra vergine di qualità italiano, che consolida la sua leadership sul mercato: nel primo semestre del 2010 l’import Usa dal nostro Paese è aumentato del 7% sul 2009, portando l’Italia a detenere il 53% della quota di mercato in quantità e del 56,38% in valore. Il dato è stato fornito da Unaprol, Consorzio Olivicolo italiano, per il “Vinitaly Day”, in programma oggi ad Eataly, nuovo store del food & wine italiani di New York, dove per la prima volta sarà presente l’olio extra vergine di oliva 100% di alta qualità italiana.
La presenza degli olivicoltori italiani al Vinitaly è realizzata da Unaprol nei contratti di filiera cofinanziati dal Ministero delle Politiche Agricole, con la collaborazione di Veronafiere. New York e Philadelfia rappresentano le due nuove tappe del tour dell’eccellenza che Unaprol sta organizzando negli Stati Uniti per le sue 470 filiere tracciate, su un totale di 500 in Italia, di cui 122 già transitate nel sistema dell’alta qualità.
“Il consumo del vero olio extra vergine di oliva made in Italy negli stati Uniti - spiega il presidente del Consorzio, Massimo Gargano - è un valore da difendere e consolidare e per questo motivo stiamo intensificando i nostri sforzi per offrire al consumatore statunitense, sempre più sensibile alle tematiche della qualità e delle proprietà salutistiche, anche le necessarie informazioni sugli aspetti sensoriali che distinguono gli oli extra vergini di oliva del nostro Paese”. In base ai dati elaborati dall’osservatorio economico di Unaprol il mercato statunitense presenta inoltre ancora ampi margini di crescita con riferimento agli oli di qualità.

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