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MILANO, LA MICHETTA ARTIGIANALE PARLA EGIZIANO. IL 15% DEL PANE “COME UNA VOLTA” E’ FATTO DA MANI STRANIERE. NASCE IL MARCHIO “AUTENTICO PANE ARTIGIANO”, INIZIATIVA DELL’UNIONE ARTIGIANA DI MILANO

“Come tanti altri mestieri manuali, anche quello del panificatore viene un po’ snobbato dagli italiani”, sottolinea Marco Accornero, segretario generale dell’Unione Artigiana della Provincia di Milano. E così anche la michetta milanese parla egiziano. A Milano e provincia il 15% dei circa mille panifici che ogni mattina sfornano il pane fresco è gestito da stranieri, tra cui gli immigrati egiziani costituiscono la comunità più numerosa. E’ emerso nella presentazione del marchio “Autentico Pane artigiano”, un’iniziativa dell’Unione Artigiana della Provincia di Milano per rendere visibili le botteghe dove si sforna il pane della tradizione.

“Si lavora di notte, ci si sporca le mani. Si guadagna certo di più - continua Accornero - di un impiegato ma sembra non bastare ad attrarre nuove leve, c’é un problema di ricambio generazionale e gli artigiani più giovani arrivano soprattutto dall’estero”. Italiani o stranieri, i panificatori milanesi potranno richiedere il marchio che certifica la qualità artigianale del loro prodotto, che dovrà rispondere a un preciso decalogo. Innanzitutto, deve essere sfornato per essere consumato in giornata, con farine macinate secondo un certo equilibrio, privo di Ogm e additivi. E poi deve essere prodotto non in maniera totalmente automatizzata, ma con una lavorazione a prevalenza manuale. Se il panificio risponderà a queste regole, potrà esporre il marchio di certificazione e una locandina con “Michy”, la michetta mascotte dell’iniziativa, in cui verranno presentate le qualità del “pane fatto come una volta”. Impastato da mani che, sempre di più, arrivano da lontano.

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