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SURGELATI A “KM 0”. LA DENOMINAZIONE PERMETTEREBBE AI SURGELATI DI SUPERARE CONCEZIONI SEMPLICISTICHE E IMPROPRIE COME JUNK FOOD, PRECOTTI-PRECUCINATI, TOUT-COURT O CIBO EMERGENZIALE. LA PROPOSTA ARRIVA DA IIAS-ISTITUTO ITALIANO ALIMENTI SURGELATI

Al giorno d’oggi si sente parlare sempre di più di prodotti a filiera corta, i cosiddetti “km zero”. Limitandoci a concetti quali sicurezza alimentare e qualità, si può dire che i surgelati possono entrare a far parte di tale categoria. Lo afferma l’Istituto italiano alimenti surgelati (Iias), sottolineando che, “infatti, molteplici materie prime surgelate (vegetali, pesce) vengono raccolte e pescate nelle zone vocate e rapidamente “bloccate” nelle loro migliori condizioni organolettiche e nutrizionali: si porta così l’orto o il pescato a casa del consumatore, senza l’ingombro e la perdita di valore degli scarti”. Proprio la sicurezza alimentare e la qualità portata avanti dall’industria del settore - aggiunge Iaas - “permette inoltre al settore dei surgelati di superare di slancio apparentamenti semplicistici e impropri (junk food, precotti/precucinati “tout - court”, cibo emergenziale e così via) e di approdare verso quello che può essere realisticamente il punto d’arrivo di un’offerta alimentare moderna e completa: il giusto tempo, il giusto gusto e la giusta scelta per avere a disposizione o realizzare tutto l’anno le ricette più tradizionali”.

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