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4.700 ALLEVAMENTI DI POLLI E MAIALI CHIUSI IN GERMANIA, 527 TONNELLATE DI MANGIME CONTAMINATO, 136.000 UOVA “A RISCHIO” ESPORTATE IN OLANDA. LO SCANDALO DIOSSINA SI STA ALLARGANDO A MACCHIA D’OLIO, FACENDO TREMARE I CONSUMATORI EUROPEI

In Germania, dove è nato il problema e dove la magistratura ha già aperto un’inchiesta, sono stati chiusi temporaneamente migliaia di allevamenti a causa della contaminazione di uova e mangimi. Un colpo ulteriore al settore, che ha visto un drastico calo delle vendite. La società sotto accusa - la Harles & Jentzsch, che ha ammesso di “correggere” i mangimi con residui di olio biodiesel - sapeva già da marzo che i propri grassi alimentari contenevano elevati livelli di diossina, ma il Ministero dell’Agricoltura dello Schleswig-Holstein è stato informato solo il 27 dicembre dei risultati. Le analisi indicavano che i livelli di diossina rilevati nei grassi alimentari destinati alla produzione di mangimi sono due volte superiori alla norma. Il Ministero della Salute tedesco ha fatto sapere che la percentuale di diossina contenuta nelle uova è 3-4 volte superiore alla soglia consentita, ma “non pericolosa per la vita umana”. Resta il fatto che si tratta di una sostanza tossica e persistente negli organismi.

Intanto l’allarme si estende. Il portavoce del commissario europeo per la Salute John Dalli ha rassicurato i consumatori europei sottolineando che il livello di contaminazione delle uova tedesche “è relativamente basso”. Nello scandalo dei mangimi contaminati che esplose in Belgio nel maggio 1999 i livelli erano “100 volte superiori”. Inoltre solo due lotti di uova potenzialmente contaminate sarebbero usciti dalla Germania diretti in Olanda. Il primo, il 3 dicembre, è stato trasformato e a sua volta esportato nel Regno Unito; il secondo, il 15 dicembre, è stato mescolato con altre uova e suddiviso in tre lotti dei quali uno è stato congelato, e degli altri due non si conosce la destinazione.

Il portavoce del commissario Ue ha assicurato che le autorità olandesi sono intervenute e ha affermato che in ogni caso sarebbe stato necessario consumare qualche dozzina di uova per raggiungere una concentrazione di diossina pericolosa per l’uomo. Intanto, ai cittadini non resta che controllare la dicitura stampigliata sui gusci delle uova: se c’è scritto “IT” (Italia come Stato di produzione) si può stare tranquilli.

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