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ALIMENTAZIONE: POSSIBILE NUTRIRE “SOSTENIBILE” I 9 MILIARDI DI ABITANTI DEL 2050. INRA-CIRAD NEL RAPPORTO AGRIMONDE: “PER RIDURRE DISPARITA’ CONSUMI -25% IN PAESI INDUSTRIALIZZATI”

Nutrire in modo sostenibile e riducendo le disparità i 9 miliardi di abitanti del pianeta nel 2050 è possibile ma per questo serve “non generalizzare il modello alimentare dei paesi industrializzati”, “fare la scelta di un’agricoltura produttiva ed ecologica” e “riequilibrare gli scambi commerciali internazionali di prodotti agricoli e agroalimentari”. Altrimenti il rischio è quello di dover aumentare a dismisura la produzione di cibo per sfamare i 3 miliardi di abitanti supplementari con il rischio di nuove crisi alimentare, di un esaurimento delle risorse naturali e di un incremento delle disparità. Emerge dal rapporto Agrimonde, pubblicato dall’Inra, l’Istituto nazionale di ricerca agronomica francese, e dal Cirad, il Centro di cooperazione internazionale in ricerca agronomica per lo sviluppo.

Oggi, si rileva nel rapporto, un abitante del pianeta dispone, mediamente, di una quantità di cibo pari a 3.000 kilocalorie al giorno contro 2.500 nel 1961. Una cifra, questa, che sarebbe giusta se non nascondesse disparità a livello mondiale: nei paesi dell’Ocse, infatti, un individuo nel 2003 dispone mediamente di 4.000 kilocalorie (6.300 kcal se si aggiunge il cibo per l’alimentazione degli animali), che è eccessivo, mentre nell’Africa subsahariana non raggiunge i 2.500 kcal, che è un dato insufficiente. Certamente oggi, sottolineano i presidenti dell’Inra, Marion Guillou e del Cirad, Gerard Matheron nell’introduzione al rapporto, “potremmo nutrire l’intera popolazione mondiale considerando la quantità di alimenti prodotti dall’agricoltura ma ovviamente se escludiamo le crisi, le guerre, le disparità, le speculazioni, i prezzi irraggiungibili, i sprechi, gli incidenti climatici e i parasiti che colpiscono molte persone nel mondo che non hanno abbastanza da mangiare”.

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