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METTI UN PRANZO ALL’APERTO CON DAMIEN HIRST. ALLA ROYAL ACADEMY OF ARTS ARRIVA “LET’S EAT OUTDOORS”, L’ULTIMA PROVOCAZIONE DELL’ARTISTA BRITANNICO, UN BARBECUE ASSALTATO DA SCIAMI DI MOSCHE

Dopo gli squali in formaldeide e le vacche decomposte, gli armadietti di farmacia e le farfalle morte montate come fossero vetrate di Chartres, Damien Hirst lancia una nuova provocazione: l’ex “enfant terrible” dell’arte britannica porta alla Royal Academy of Arts un barbecue assaltato da sciami di mosche: è Let’s Eat Outdoors, questo il titolo dell’opera, inclusa in una mostra sulla “Nuova Scultura Britannica” che si apre dopodomani.

L’installazione ricrea una tavola abbandonata in una scatola di perspex in cui migliaia di mosche si posano sul barbecue. L’opera è divisa in due parti, con un lato in cui larve posate su vassoi si trasformano lentamente in insetti. Dall’altro lato, collegato al primo da un piccolo foro nel perspex, quattro sedie da giardino sono sistemate attorno alla tavola imbandita con un pollo arrosto che sta andando a male, oltre a birra e vino. Ma per le migliaia di minuscoli volatili che popolano questa parte dell’installazione è in arrivo una morte certa: appesa al soffitto della scatola c’è una macchina insetticida che frigge elettricamente le mosche che si avvicinano all’oggetto.

Hirst ha spiegato che l’idea originale di “Let’s Eat Outdoors” risale al 1990: “Pensavo a come evitare la sporcizia ma che inevitabilmente finiamo tutti in sporcizia”. L’installazione alla Royal Academy discende direttamente da un lavoro precedente dell’artista britannico intitolato “A Thousand Years” in cui larve si sviluppano in mosche sulla testa mozzata di una mucca. Hirst si è costruito una carriera con opere-provocazione che hanno fatto di lui un uomo ricco: l’artista, vincitore di un premio Turner, ha una fortuna valutata in 215 milioni di sterline. Tra i suoi pezzi più famosi c’è lo squalo in formaldeide commissionato dal suo gallerista e mecenate Charles Saatchi e venduto per 50.000 sterline, e “Away from the Flock”, una pecora in formaldeide che venne vandalizzata da un altro artista mentre era in mostra alla Serpentine Gallery. “For the Love of God” è invece l’ultimo Hirst di alto profilo: un cranio umani tempestato di 8.601 diamanti, costato 14 milioni di sterline per la produzione e venduto nel 2007 per 50 milioni.

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