02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

MEDIO ORIENTE, RIPARTE DALL’IRAN LA GUERRA CULTURALE ALLE ABITUDINI CULINARIE OCCIDENTALI. DOPO L’IPER TASSAZIONE DEGLI ALCOLICI IN TURCHIA, AL BANDO NELLE TV IRANIANE LA CUCINA OCCIDENTALE

Già nell’ottobre 2010, la Turchia si riscoprì un po’ meno occidentale di quanto pensasse. Nel Paese fondato dal laico Atatürk, enologo e gran bevitore di “raki” - la bevanda alcolica egeo-mediterranea aromatizzata all’anice - dal 2002 ad oggi il governo presieduto dal leader del partito musulmano, Erdogan, ha fatto salire il prezzo degli alcolici del 737%. Unico Paese in tutta Europa a scoraggiare i produttori vinicoli con tassazioni da capogiro. Il Governo si trincera dietro alle motivazioni della salvaguardia della salute pubblica, ma la Turchia è già uno dei paesi in cui si beve meno del mondo. E almeno quel poco il popolo laico, specie i giovani, lo rivendicano come un diritto acquisito in un paese che da anni cerca - senza trovarlo - il lasciapassare per l’Europa. Tanto che alcuni giorni fa, grazie al trantran nato su internet, la gioventù turca si è riversata sulle strade di Istanbul per protestare contro l’ennesimo aumento della tassazione sulle bevande alcoliche applicato dall’ex sindaco della capitale, il presidente Erdogan.

Per un paese mediorientale, geografico spartiacque tra occidente ed oriente, che stenta ad emanciparsi dalle sovrastrutture imposte da una visione ben poco laica della cosa pubblica, ce n’è un altro apertamente islamico, l’Iran, che addirittura mette al bando la messa in onda di programmi di cucina in cui si presentino ricette straniere. Provvedimento che sembra più l’ennesima boutade del presidente Ahmadinejad, specie a chi passeggia abitualmente per le vie di Teheran, una città ormai occidentalizzata, punteggiata di fast food, pizzerie, ristoranti occidentali, luci sfarzose e pubblicità in inglese - messe al bando qualche anno fa senza alcun risultato pregevole.

Il vice presidente della tv di Stato Irib, Ali Darabi, annunciando la messa al bando dei piatti stranieri dal quinto canale della tv, ha spiegato che “la nostra televisione dovrebbe mostrare, agli stranieri e in patria, le grandi e importanti conquiste della rivoluzione islamica”. A fare da “paravento” i cibi “halal”, quelli leciti per i musulmani, che rappresentano, solo in Europa, un giro d’affari di 25 miliardi di euro. Gli effetti del provvedimento preso dalla tv iraniana sono tutti ancora da verificare, la speranza è che la tavola non diventi il campo di un ennesimo “scontro di civiltà”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli