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IL VALORE AGGIUNTO IN AGRICOLTURA INVERTE LA ROTTA DEL 2009 E SALE CHIUDENDO IL 2010 CON IL SEGNO POSITIVO, CRESCE ANCHE L’EXPORT AGROALIMENTARE CHE VOLA A +21,3%. CIA E COLDIRETTI COMMENTANO LE CIFRE DI UN SETTORE CHE ACCENNA SEGNALI DI RIPRESA

Inverte la rotta e riprende a salire il valore aggiunto in agricoltura che chiude il 2010 con segno positivo dopo il crollo del 3,1% del 2009 per effetto dei segnali incoraggianti di ripresa nei prezzi alla produzione, dopo le insostenibili riduzioni. Emerge da stima della Coldiretti sull’andamento del settore agricolo in occasione della diffusione dei dati Istat che evidenziano un aumento del Pil nel Paese dell’1,1% nel 2010.

“Per l’agricoltura, nel 2010, si è verificato - sottolinea la Coldiretti - un leggero recupero dei prezzi alla produzione che, in media, hanno fatto registrare un aumento del 3,7% nel 2010, per effetto soprattutto del recupero negli ultimi mesi. Ad aumentare nel 2010 sono stati però - rileva la Coldiretti - anche i costi di produzione con una crescita dello 0,5%. Nonostante i segnali di ripresa, nell’anno, si sono manifestati gravi crisi in settori chiave dell’economia agricola, dalla pastorizia alla raccolta del pomodoro destinato alla trasformazione industriale fino all’allevamento dei suini, anche per effetto delle inefficienze, delle furbizie e delle speculazioni lungo la filiera agroalimentare che porta a sottopagare la produzione agricola”.

La Cia, invece, commentando i dati Istat si sofferma su un fattore che ha risollevato le sorti dell’agricoltura italiana: l’export. Nel 2010 le esportazioni nazionali sono cresciute del 15,7%, con una dinamica più vivace verso i paesi extra Ue. In particolare, nel 2010 le esportazioni dei prodotti agricoli freschi hanno registrato un aumento “boom” del 21,3% a livello tendenziale, mentre l’export dei trasformati alimentari ha segnato quota più 10,8%.

“Un bilancio positivo - spiega la Cia - su cui ha inciso anche la dinamica straordinaria delle esportazioni agricole a dicembre. Nell’ultimo mese 2010, infatti, il segmento dei prodotti freschi è cresciuto eccezionalmente del 26,7% e quello dei trasformati del 19,3%. Per l’agricoltura si tratta di un risultato importantissimo - osserva la Cia -. In un anno in cui il valore aggiunto del settore primario è calato del 3% e la produzione del 2%, i costi e gli oneri amministrativi e burocratici sono saliti del 4% e i redditi degli imprenditori sono rimasti con il segno meno, l’export ha rappresentato l’unica boccata d’ossigeno per le aziende, lo sbocco necessario anche per tenere a bada il calo dei consumi sul mercato interno. Ecco perché, ora più che mai, è importante continuare con l’opera di valorizzazione dei prodotti simbolo della nostra agricoltura nel mondo - conclude la Cia - evitando però di muoverci in ordine sparso, ma percorrendo una nuova e più efficace azione sinergica per il settore, portando avanti una valida promozione che esalti a livello globale la qualità del “made in Italy”.

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