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MORATORIA SULLE PICCOLE E MEDIE IMPRESE AGRICOLE: EVITATO IL CRAC DI PIU’ DI 25.000 AZIENDE. CIA: “SODDISFATTI DELL’ACCORDO, COSI’ SI SCONGIURA IL RISCHIO USURA”. COLDIRETTI: ”SONO AGRICOLE IL 14% DELLE IMPRESE CHE HANNO OTTENUTO LA MORATORIA”

È arrivato l’accordo definitivo sul credito siglato tra Abi, ministero dell’Economia e associazioni di categoria per la nuova moratoria sui debiti delle piccole e medie imprese, che salva 25.000 imprese, e grazie al quale torneranno a correre gli investimenti. Soddisfatta la Cia, che parla di “boccata d’ossigeno per le aziende del settore primario ancora in difficoltà: 1 su 2 oggi è indebitata e 2 su 10 non riescono più a fronteggiare la situazione - ricorda il presidente Giuseppe Politi. E l’assenza di liquidità ha portato a un calo del 3,5% degli investimenti nel comparto. Ora serve un riavvicinamento tra sistema bancario e mondo agricolo”. Aspetto importante dell’accordo è anche quello di aver evitato che le aziende in difficoltà si abbandonassero all’abbraccio mortale dell’usura, come ricorda ancora Politi: “La moratoria è uno strumento concreto per supportare le aziende ancora in crisi di liquidità e oberate dagli effetti economici dello tsunami finanziario. Un problema molto sentito dal settore primario, che è gravato da costi burocratici e produttivi in crescita e prezzi non più remunerativi. Tanto che ad oggi due imprese agricole su tre sono gravate da debiti e due su dieci non riescono più a fronteggiarlo, con il rischio di finire nella rete dell’usura e della criminalità organizzata”.

Attualmente “l’indebitamento del mondo agricolo con le banche - ricorda Politi - si attesta a 37 miliardi di euro, anche se per la maggior parte si tratta di debiti a breve termine. Una situazione che deriva anche dalle difficoltà degli istituti di credito nell’assistere le Pmi agricole. Ora, dunque, è indispensabile che ci sia un avvicinamento tra mondo bancario e Pmi del comparto, un atteggiamento diverso e più aperto alle esigenze degli agricoltori”. “Ma l’assenza di credito - aggiunge il presidente della Cia - porta anche a una riduzione delle risorse a disposizione per ricerca e sviluppo. Nel 2010, ad esempio, la poca liquidità a disposizione degli agricoltori ha portato a un calo degli investimenti imprenditoriali nel comparto del 3,5%”. Ecco perché la nuova moratoria è fondamentale: “L’allungamento da due a tre anni dei tempi di ammortamento del debito per le imprese che hanno avuto accesso alla precedente moratoria - conclude Politi - fornisce ulteriore “ossigeno finanziario” a chi è ancora in difficoltà. Mentre la proroga di sei mesi per i nuovi finanziamenti - conclude Politi - e destinato alle Pmi che non hanno richiesto in passato le agevolazioni, è un aiuto importante per quelle aziende che hanno superato la fase più acuta della crisi e ora vogliono riprendere il percorso di sviluppo, agganciando la ripresa”.

Anche la Coldiretti accoglie con soddisfazione l’accordo raggiunto, ricordando, come emerge da uno studio fatto proprio dall’organizzazione, che sono agricole il 14% delle circa 190.000 imprese che hanno ottenuto la moratoria nel periodo compreso tra il 3 agosto 2009 e il 31 dicembre 2010. Dall’analisi della Coldiretti sul fronte bancario gli impieghi a favore delle piccole e medie imprese in Europa, rimarcano che Italia e Francia nell’ultimo anno hanno assorbito dal sistema bancario maggiori risorse rispetto agli anni precedenti con un aumento del 4% e del 5,4%, contrariamente a quanto accaduto in Germania dove, nonostante un Pil in forte crescita, i finanziamenti bancari alle piccole e medie imprese hanno subito una riduzione pari allo 0,3%.

“In Italia - sottolinea la Coldiretti - gli investimenti e gli impieghi bancari nel corso del 2010 sono cresciuti grazie alla dinamiche delle piccole e medie imprese in particolare del settore edilizia e agricoltura, quali comparti che in termini di crescita riflettono una controtendenza rispetto ad altri settori della produzione. Gli investimenti in agricoltura hanno registrato, nel 2010, un buon livello di crescita mettendo a segno un aumento del 4,8% contrariamente a quanto nello stesso periodo di osservazione è avvenuto per il settore commercio e servizi che ha registrato una flessione dello 0,8% e dell’industria che ormai da quasi un triennio ha visti drasticamente ridotti i volumi di impiego bancario con un calo del 4,9% nell’ultimo anno. Su questi scenari - conclude la Coldiretti - oltre alle dinamiche sono mutate le durate delle consistenze, ovvero il trend di crescita dei finanziamenti con durata superiore ai 5 anni che hanno registrato un aumento del 4% circa, mentre gli affidamenti con durata inferiore ai 5 anni d’ammortamento hanno drasticamente subito una frenata con un calo del 4,4%”.

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