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AGRICOLTURA, LA RIPRESA C’È, MA L’AUMENTO DELLE COMMODITY, L’INFLAZIONE ED I COSTI DI PRODUZIONE NE ANNULLANO GLI EFFETTI. CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI LANCIA L’ALLARME E AVVERTE: LA CRISI IN NORD AFRICA RISCHIA DI PEGGIORARE LA SITUAZIONE

Nonostante l’aumento dei prodotti alimentari, per l’Italia agricola non c’è alcun beneficio. Il rincaro sui listini internazionali delle commodity ha alimentato l’inflazione, con i prezzi al consumo che riprendono a salire. Una situazione che sa di beffa per le produzioni agricole del Belpaese, condizionate dalla crescita record dei costi produttivi, contributivi e burocratici, e impossibilitate a governare i listini delle materie prime su scala mondiale, perché l’Italia è deficitaria di prodotti alimentari strategici, cereali e carni in testa. A dirlo è la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, sulla base dei dati Istat di gennaio sullo stato dell’inflazione. Le quotazioni alimentari al dettaglio sono cresciute a gennaio 2011 dell’1,6% su gennaio 2010, ma va tenuto presente che nel 2010, in Italia, i prezzi alla produzione dei prodotti agricoli, dopo -14% del 2009, hanno avuto una ripresa che si è mantenuta in linea con l’andamento dell’inflazione. Insomma, la ripresa c’è, ma i suoi effetti sono compromessi dall’inflazione, e le recenti tensioni in Nord Africa rischiano di incidere ulteriormente, in modo negativo, sulla ripresa, aumentando ulteriormente i costi delle importazioni. Come se non bastasse, va detto che, negli ultimi 10 anni, i prezzi dei fattori produttivi sono aumentati - all’anno - del 3,7%, mentre quelli dei prodotti agricoli solo dell’1,5%. E, ancora, il caro-gasolio va a gravare pesantemente sui costi di produzione. Il quadro che si ha davanti è ormai ben delineato: minore offerta, domanda in costante aumento e riduzione degli stock. Sono tutti elementi che stanno causando nuove frizioni nei mercati delle commodity agricole e, in particolare, portano a prevedere prezzi in ulteriore aumento sui livelli già elevati registrati nel 2010. È possibile, secondo la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori, che in tale scenario possano intervenire fattori di speculazione finanziaria, che hanno avuto un ruolo nel condizionare i prezzi delle materie prime agricole durante la bolla del 2007-2008. Da qui il pericolo di devastanti rincari che non mancheranno di avere effetti sulla borsa della spesa degli italiani.

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