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LA FRANCIA SI RIAPPROPRIA DEL SUO “ASSENZIO”, LA BEVANDA CHE INEBRIO’ POETI MALEDETTI ED ARTISTI FINO AI PRIMI DEL ’900. IL DIVIETO DI UTILIZZARE LA DENOMINAZIONE “ASSENZIO” RISALIVA AD UNA LEGGE DEL 1915 PER UN CONTENZIOSO CON LA SVIZZERA

Non Solo Vino
Profumo di Assenzio

La Francia torna ad autorizzare in via definitiva la denominazione “assenzio”, la celebre “bevanda dei poeti maledetti”, per lungo tempo bandita dalle autorità francesi, in risposta alla concorrenza dei produttori della Svizzera che hanno cercato di appropriarsi di questo appellativo come indicazione geografica protetta.

L’annuncio arriva dalla Federazione francese dei liquori e delle bevande alcoliche (FFS), che si è battuta per ottenere il via libera delle autorità transalpine. Il divieto di utilizzare la denominazione “assenzio” risaliva ad una legge del 1915. Ormai, l’assenzio potrà dunque essere commercializzato con il suo nome, mentre fino ad oggi i produttori si vedevano costretti ad immetterlo nel mercato - in una versione meno forte - con la denominazione: bevanda alcolica “a base di piante di assenzio”. L’assenzio, la cui capitale storica è, secondo i francesi, Pontarlier, nella regione del Doubs, è stato vietato in Francia nel 1905 prima di essere di nuovo autorizzato nel 1988, anche se in una versione meno forte e con la diversa denominazione.

Per mesi, Francia e Svizzera si sono fatte la guerra sulla paternità del mitico assenzio, la bevanda che inebriò poeti maledetti ed artisti fino al primo ’900. Per rispondere a un attacco dei produttori svizzeri che volevano appropriarsi del celebre marchio, la Francia ha così nuovamente autorizzato la denominazione originaria.

Un’iniziativa che “ha lo scopo di rispondere al progetto svizzero di depositare, come indicazione geografica protetta, la denominazione assenzio nel quadro dei negoziati con l’Unione europea e quindi di evitare una distorsione della concorrenza a danno dei produttori francesi”, avevano detti nei mesi scorsi gli esperti francesi del settore. Lo scorso inverno, i produttori elvetici hanno ottenuto dall’Ofag, l’Ufficio Federale dell’Agricoltura Svizzera, una denominazione geografica protetta che avrebbe dovuto consentire loro di diventare i soli a poter vendere l’assenzio in Europa, usando il nome e addirittura il soprannome “fata verde”. Una decisione che ha fatto scattare il ricorso della Francia.

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