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LA “CHIARA” È LA PREFERITA DAI 30 MILIONI DI ITALIANI CONSUMATORI DI BIRRA, CHE NE BEVONO CIRCA 25 LITRI A TESTA OGNI ANNO. ECCO I NUMERI ASSOBIRRA, CHE ANALIZZA CON 5 ESPERTI LE RAGIONI DI UN SUCCESSO

Non Solo Vino
La Chiara è la preferita dai 30 milioni di italiani consumatori di birra

La “chiara” è la preferita dai 30 milioni di italiani consumatori di birra, che ne bevono circa 25 litri a testa ogni anno. Si moltiplicano le sue occasioni di consumo, dall’aperitivo alla cena a casa o al ristorante, dalla pausa pranzo alla serata al bar con gli amici davanti alla partita. E la chiara si afferma anche come la birra italiana più bevuta fuori dal nostro Paese, con 1,7 milioni di ettolitri esportati.

AssoBirra chiede a cinque esperti (1 sociologo dei consumi, 1 dietologo, 1 sommelier, 1 foodblogger e 1 nutrizionista) di provare a mettere a fuoco le ragioni di questo successo, radiografando l’anima “democratica” della birra chiara. Anche se nei negozi specializzati, nei pub e negli scaffali della grande distribuzione si può ormai scegliere tra 1.500 marchi di birra, sempre più diversificati, i 30 milioni di italiani (58,5% del totale) che consumano birra, secondo una ricerca Makno/AssoBirra, quando decidono di berla, la scelgono “chiara” 9 volte su 10. E lo fanno anche 12 milioni di donne che rappresentano il 42% del totale dei consumatori di questa bevanda. La birra chiara piace soprattutto nella sua versione in bottiglia, formato che assorbe oltre i tre quarti delle sue vendite, il 15% delle volte viene spillata dai fusti con la classica spina, mentre circa una volta su 10 la versiamo dalla lattina in alluminio
.
Fatto sta che beviamo - dati AssoBirra - oltre 15 milioni di ettolitri di birra chiara all’anno, in pratica più di 25 litri a testa (su un totale di 28). “È un dato di fatto che la birra chiara, leggera e poco alcolica, ha per oltre un secolo accompagnato gli italiani e continua ad essere la tipologia preferita dai nostri connazionali - spiega Filippo Terzaghi, direttore di AssoBirra, l’Associazione che riunisce produttori industriali e artigiani della birra e del malto.- Ma rileviamo con piacere che la “chiara” sta diventando sinonimo di birra italiana anche all’estero. Le aziende associate ad AssoBirra ne esportano oltre 1,7 milioni di ettolitri, il doppio rispetto a 5 anni fa e viene apprezzata maggiormente proprio in quei paesi a forte tradizione birraria: una su 3 viene bevuta in Europa, soprattutto in Gran Bretagna, Francia e Olanda, il resto viene assorbito da Stati Uniti, Australia e Sudafrica”.

Per scoprire il segreto di questo successo, AssoBirra ha coinvolto un pool multidisciplinare di 5 esperti che hanno “scavato” dietro questi numeri per spiegarne le ragioni. Secondo Mauro Ferraresi, professore di sociologia dei consumi all’università Iulm, “la chiara è la birra di tutti perché in cinquant’anni di comunicazione pubblicitaria, ha conquistato l’immaginario collettivo con definizioni come bionda, spumeggiante, fresca, ghiacciata, leggera, giovane, socializzante, di tendenza e, addirittura, musicale”. Ma possiede anche un universo di consumatori che la amano per le sue caratteristiche organolettiche e per il suo gusto. La birra chiara è percepita dal consumatore italiano come più rinfrescante e più adatta al clima e all’atmosfera del nostro Paese. L’ultima ricerca di Makno per AssoBirra ha rilevato che la prima motivazione al consumo di birra degli italiani è, per il 62% dei consumatori, il suo gusto inconfondibile. Che, nel caso della birra chiara, è essenzialmente una questione di amaro.

Una conferma arriva da Antonello Maietta, presidente dell’Ais - Associazione Italiana Sommelier - che ne ha radiografato il gusto, rivelando che il piacere di una chiara è soprattutto una questione? di gola. “Assieme a cioccolato e caffè, la birra è tra i pochi amari che piacciono agli italiani”. Assieme al gusto, è nella sua lavorazione un’altra chiave del successo della birra chiara: una ricetta semplice e naturale che conquista per leggerezza e la rende compatibile con il nostro stile di vita, come rivela il dietologo dei vip Nicola Sorrentino, medico e specialista in scienze dell’alimentazione: “Un bicchiere da pasto di birra chiara da 200 centilitri apporta solo 68 kcal, circa le stesse di un’analoga quantità di succo d’arancia, meno di un bicchiere di vino rosso o bianco, la metà di un qualsiasi soft drink”. Al basso apporto energetico, la birra chiara aggiunge il plus di essere, tra gli alcolici, la bevanda meno alcolica, con un contenuto medio in alcol di 4,5% vol. Come spiega Andrea Ghiselli, medico internista e ricercatore Inran: “Il basso contenuto alcolico, il sapore caratteristico e la presenza di anidride carbonica permettono alla birra chiara di esaltare il sapore degli alimenti con pochi sorsi. Un bicchiere da tavola da 200 cento di birra chiara contiene circa mezza Unità Alcolica, permettendo di tornare al lavoro dopo averla bevuta. La quinta parola d’ordine è “versatilità come testimonia Sandra Salerno, personal chef e foodblogger. Oggi, l’esplorazione delle potenzialità gastronomiche della birra è in piena ascesa. Tanto che, al ristorante “batte” il vino come bevanda regina dei pasti fuori casa degli italiani (20,6% contro 18%).

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