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LA GERMANIA RIAPRE LE FRONTIERE AGLI ORTAGGI ITALIANI, RITIRATO DAL CONSIGLIO GENERALIZZATO DELLE AUTORITÀ TEDESCHE L’ORDINE DI NON CONSUMARE VERDURE FRESCHE. COLDIRETTI FELICE. E LA CIA DICE: “CHIEDERE I DANNI”

Cessato in Germania l’allarme sul consumo di cetrioli, insalate e pomodori crudi annunciato da Andreas Hensel, il direttore dell’Istituto nazionale per la valutazione del rischio (Bfr), che ha, comunque, sottolineato che rimane l’allarme sui germogli. Lo afferma la Coldiretti. Sono pari a 12.000 tonnellate le verdure Made in Italy che negli ultimi 10 giorni non hanno potuto raggiungere la Germania, a seguito delle disdette degli ordini determinata dal consiglio generalizzato delle autorità tedesche a non consumare verdure fresche, che è stato finalmente ritirato.

“La Germania - sottolinea la Coldiretti - è il principale mercato di sbocco delle produzioni ortofrutticole made in Italy con un valore delle esportazioni che solo per verdure e legumi freschi è pari a 460 milioni di euro, nel 2010, e riguarda soprattutto questi mesi in cui si concentra la produzione nazionale. L’’incertezza con cui le autorità tedesche hanno gestito l’’emergenza - continua la Coldiretti - ha avuto effetti devastanti sui mercati dove ha alimentato una psicosi che ha fatto crollare i consumi e fornito l’alibi a misure protezionistiche come il blocco alle verdure deciso dalla Russia che verrà anch’’esso revocato secondo quanto annunciato dal presidente della Commissione europea, Jose Manuel Durao Barroso, nella seconda giornata del summit Ue - Russia. L’Italia - conclude la Coldiretti - esporta in Russia ortaggi e legumi freschi per un valore di 4,4 milioni di euro all’anno. Le decisioni assunte portano una boccata di ossigeno ai produttori ortofrutticoli europei che hanno perso ingiustamente dall’’inizio dell’’emergenza ben 417 milioni di euro, dei quali almeno 100 in Italia dove sono rimaste invendute 50.000 tonnellate di verdure”.

“Ora il governo tedesco è chiamato - spiega, invece, la Cia/Confederazione italiana agricoltori - a rispondere direttamente del gravissimo danno causato all’ortofrutta di tutta Europa, in particolare Italia e Spagna”. L’annuncio dell’Istituto Robert Koch, secondo cui la causa dell’epidemia batterica sono i germogli di soia prodotti in un’azienda tedesca, fa finalmente chiarezza e scagiona frutta e verdure europee che, in poco più di due settimane, hanno subito un crollo verticale delle vendite e i produttori hanno pagato pesantemente la psicosi che si è sviluppata sull’onda di notizie frammentarie e confuse.

“La completa disinformazione - sottolinea la Cia - ha messo in ginocchio (complice l’opacità e la lungaggine con cui è stata gestita la vicenda dalle autorità sanitarie tedesche) le imprese ortofrutticole di tutta la Ue. Solo in Italia i danni ammontano a 150 milioni di euro, con una flessione dei consumi di oltre il 30% in sole due settimane. È giusto - continua la Cia - che a pagare non sia solo l’Europa, ma anche e soprattutto la Germania, che ha delle responsabilità enormi. Vanno stanziati aiuti di gran lunga superiori ai 210 milioni previsti dalla Commissione di Bruxelles. Finanziamenti che coprono realisticamente solo un terzo del disastro causato all’intero settore dell’ortofrutta”.

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