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44 EURO È LA SPESA MEDIA A SETTIMANA A PERSONA PER MANGIARE, MA VARIA MOLTO DA CITTÀ A CITTÀ. PERCHÈ? PER ANDREA SEGRÈ (LAST MINUTE MARKET), LA RISPOSTA È NEI DIVERSI FATTORI LOCALI: ARTIGIANALITÀ, FILIERE EFFICIENTI, DISTRIBUZIONE, TRASPORTI ...

Ogni persona spende in media per mangiare 44 euro a settimana (il 9% in acqua minerale), ma la spesa varia molto da una città all’altra. Perché? “E’ un dato che contiene un grande grado di variabilità perché dipende dal tipo di prodotto, dalle condizioni di mercato, dal costo della materia prima” e questo fa sì che “il prezzo dei prodotti alimentari è più volatile degli altri beni perché incidono fattori molto diversi, anche di natura locale”: a dare una risposta, in un’intervista al “Corriere della Sera”, è stato Andrea Segrè, preside della Facoltà di Agraria, fondatore e presidente di Last Minute Market, spin off accademico dell’Università di Bologna per il recupero a fini solidali dei prodotti altrimenti destinati ai rifiuti (e tante volte intervistato da Winenews, ndr).

Fattori di natura locale che, secondo Segrè, si aggiungono ad altri come la scarsa abitudine a utilizzare l’acqua del rubinetto che spiega il 9% della spesa destinata all’acqua minerale, ma che hanno un’ottica molto più ampia. “Il pane, per esempio, rispetto alla pasta ha caratteristiche di produzione più artigianali e, in più, è un bene che si deteriora subito. Il pane ha tanti piccoli produttori che difficilmente riescono ad agire insieme sul mercato. Mentre la pasta ha una filiera, più o meno lunga, di tipo industriale che consente una maggiore efficienza”.

“La differenze regionali o tra città della stessa regione dipende soprattutto dal livello di efficienza della filiera”, dice Segrè. “Anche in realtà simili tra loro ci sono delle variabili che incidono profondamente sul costo finale di un prodotto. Penso, per esempio, al sistema di distribuzione, al sistema dei trasporti e anche a quello della logistica in generale - aggiunge Segrè - molto dipende anche dalla presenza della grande distribuzione che, per quello che riguarda i prezzi, riesce a creare una sorta di monopolio. Poi un altro elemento importante riguarda la tipologia di lavorazione. In generale, a fare lievitare il prezzo è il grado di inefficienza della filiera e della capacità distributiva”.

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