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NEANCHE LE ANGURIE ITALIANE A RIPARO DELLA CRISI: TRA LA PAURA “E. COLI” E LA CONCORRENZA A PREZZI STRACCIATI DALL’ESTERO, L’80% DEI FRUTTI DEL BELPAESE RESTA NEI CAMPI ...

Dal mare ai monti, in casa o in picnic, l’anguria è un “must” dell’estate. A chi non è venuta l’acquolina in bocca, sotto il solleone, davanti ad una bella fetta ghiacciata di anguria? Beh, i tempi sono cupi anche per gli amanti del succoso frutto estivo. Già, perché Confagricoltura denuncia il crollo delle quotazioni di mercato, che non ripagano neanche i costi di produzione. Risultato? Ordini fermi, produzione quasi ferma (in Puglia l’80% dei frutti sono rimasti nei campi), richiesta dall’estero ai minimi storici anche da mercati abituali come Francia, Germania, Danimarca, Polonia e Repubblica Ceca, vuoi per l’allarme E. Coli, vuoi per la concorrenza di Paesi come Grecia e Portogallo. “Eppure, mai come quest’anno il frutto è buono e di altissima qualità”, ricorda Confagricoltura, che ricorda come l’anguria sia, per altro, uno dei frutti più “innovativi”, con 1.200 varietà che vanno dalle “miniangurie per i single a i cocomeri quadrati per facilitare il confezionamento e il trasporto, da quelli “piramidali” a quelli multicolor, non solo rossi ma anche rosa, arancio, gialli”. E, in ogni caso, un prodotto che non costa caro. Inspiegabili, dunque, per l’organizzazione, i motivi di questo crollo dei consumi ...

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