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I FORMAGGI ITALIANI CONQUISTANO IL GIAPPONE, UN PAESE CHE IN 30 ANNI HA PORTATO I CONSUMI DA 92.000 A 238.000 TONNELLATE. L’ITALIA E’ ADESSO IL QUINTO FORNITORE, CON UNA QUOTA DI MERCATO DEL 6,8%, PRIMO PER GLI ERBORINATI, CON IL 47,9% DEL TOTALE

Non Solo Vino
Expo di formaggi italiani

Se nel 1980 il consumo totale di formaggi era di sole 92.000 tonnellate, dopo 28 anni si è arrivati a 238.000 tonnellate. Ma il consumo pro capite resta molto basso: 1,2 kg annui. Il mercato è diviso tra formaggi naturali (133.000 tonnellate) e formaggi fusi (105.000 tonnellate), con un progressivo spostamento sui primi, grazie alla maggiore diffusione delle cucine straniere e alla modifica dei gusti dei consumatori. Molto si deve anche alle continue attività di promozione, degustazione e comunicazione avviate dalle industrie lattiero casearie (soprattutto italiane) e dagli importatori locali, alla crescente diffusione di ristoranti italiani o di cucina italiana.

Per i giapponesi, stando alle cifre di Assolatte, è un prodotto di recente introduzione, che suscita interesse e curiosità anche se ancora non gode di un’occasione di consumo abituale e consolidata. Il formaggio, infatti, benché venga prodotto anche in Giappone, continua a rappresentare un alimento gourmet, che rimanda ad altre culture alimentari. Ma che, proprio per questo, viene molto apprezzato.

L’interesse dei giapponesi per i formaggi spiega la rilevante crescita delle importazioni che, nel 2010, sono ammontate a oltre 199.000 tonnellate per un controvalore di 81.995 milioni di yen (+7,8% annuo). Con una quota di mercato del 6,8%, l’Italia è il quinto fornitore di formaggi del Giappone, dietro l’Australia (36,47%), la Nuova Zelanda (23,2%), la Francia (8,3%) e gli Stati Uniti (8,1%).

Nel 2010 sono state importate in Giappone 6.241 tonnellate di formaggi italiani per un controvalore di 5.542 milioni di yen. In valore i prodotti più significativi sono i formaggi freschi e quelli stagionati (in cui rientrano il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano non grattugiati). Ma l’Italia è anche il primo fornitore nella nicchia dei formaggi erborinati, con una quota del 47,9%, davanti a Danimarca e Francia.

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