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DALL’ENERGY MANAGER ALL’ECOCHEF, I GREEN JOBS SPOPOLANO: IL LAVORO SOSTENIBILE SALVAGUARDA L’AMBIENTE E LA SALUTE. ANCHE IN CUCINA. MARCO GISOTTI, AUTORE DEL LIBRO “100 PROFESSIONI GREEN”: IL 40% DEI LAVORI È NEL PIENO DI UNA “RIVOLUZIONE VERDE”

Dall’energy manager all’ecochef, i green jobs spopolano: il lavoro sostenibile salvaguarda l’ambiente e la nostra salute. Il 40% delle professioni sono nel pieno di una rivoluzione green, mentre il 90% delle aziende chiede ai propri dipendenti competenze verdi. Anche in cucina. A sottolinearlo è Marco Gisotti, esperto di comunicazione sostenibile e autore del libro “100 professioni green”.

Gli specialisti del lavoro sostenibile - spiega Gisotti - non sono solo nel settore delle rinnovabili. Ormai dal riciclo alle foreste, dall’agricoltura alla cucina, dalla comunicazione al turismo ambientale sono tanti i lavori e le professioni green. Nell’agricoltura abbiamo l’agricoltore bio che produce nel rispetto dei disciplinari del biologico. Serve buona conoscenza della normativa e dei regolamenti del settore. Sempre più fondamentale in agricoltura il climatologo. Studia l’evoluzione dei sistemi climatici sia locali che globali in relazione al ciclo produttivo e alle produzioni del territorio. Altra figura green del settore agricolo è l’agronomo. Presta assistenza tecnica alle aziende di produzioni vegetali e di allevamenti. Il suo ruolo è importante anche nella pianificazione e gestione di ambienti naturali e in particolare di quelli boschivi. Vi è poi il botanico che raccoglie e analizza piante, semi, pollini per studiare la diffusione delle specie e la frequenza degli incroci fra le diverse varietà. L’ecologo vegetale si occupa di censimenti floristici. Compie rilievi ed elabora dati statistici compilando anche liste delle specie minacciate e relativi interventi di tutela.

In cucina, invece, spopola l’ecochef: è il responsabile della cucina nei ristoranti “bio”. Cura i menu e l’organizzazione privilegiando i prodotti naturali del territorio e quelli prodotti con tecniche bio. Un pasto sano, sostenibile e bio, non solo in casa, ma anche al ristorante grazie alle nuove professionalità ‘green’. Dall’agricoltore biologico all’eco-chef, oggi è possibile stare attenti all’ambiente anche quando non siamo noi a cucinare, basta saper scegliere il menu e il posto giusto. Il percorso inizia nell’orto e chi pensa al contadino come a una figura un po’ datata dovrà ricredersi, perché l’agricoltore bio è giovane, competente, padrone del processo produttivo e per lo più donna. E multifunzionale, perché non solo produce la materia prima, “ma cura anche il processo di trasformazione, comunica la propria attività grazie alle conoscenze informatiche, ha competenze commerciali di vendita diretta, avvia agriturismi e fattorie didattiche”, spiega Andrea Ferrante, presidente della Associazione italiana per l’agricoltura biologica. In Italia, sono 40.000 gli agricoltori biologici, ai quali si aggiungono oltre 45.000 operatori e 300 importatori, che lavorano una superficie totale di 1.100.000 ettari, e ai quali va il merito di saper andare oltre il concetto di agricoltura in senso stretto. A dispetto di questi numeri però, la formazione “è il tasto dolente - spiega Ferrante - istituti e facoltà universitarie hanno dei vuoti paurosi e non esistono master specifici. Il risultato è che oggi abbiamo gli stessi tecnici agronomi o periti agrari con competenze bio di 20 anni fa”.

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