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LA “TERRA FERTILE” IN ITALIA DIMINUISCE DI 100.000 ETTARI ALL’ANNO. COME SALVARLA? RENDENDO OBBLIGATORIO IL CENSIMENTO DELLE AREE EDIFICATE NON UTILIZZATE. LA PROPOSTA DEL “FORUM ITALIANO PER FERMARE IL CONSUMO DI SUOLI FERTILI”

Ogni dodici mesi scompaiono 100.000 ettari di paesaggio italiano. Così i promotori del “Forum Italiano per Fermare il Consumo di Suoli Fertili”, che hanno presentato a Bra (Cuneo) dove è di scena “Cheese - Le Forme del Latte”, la campagna nazionale “Salviamo il Paesaggio”. La campagna partirà il 29 ottobre a Cassinetta di Lugagnano, il paese in provincia di Milano noto come “comune a crescita zero”, per avere bloccato le nuove costruzioni. Al Forum aderisce Slow Food: “è un impegno a cui non possiamo sottrarci, a cui nessun cittadino può sottrarsi - sottolinea il presidente Roberto Burdese - è in gioco la sopravvivenza”. Tra gli obiettivi dei promotori c’è il rendere obbligatorio, per ogni Comune, un censimento delle aree edificate vuote o non utilizzate, che in alcuni casi arriverebbero a coprire il 30-40% delle aree urbanizzate.

Il pericolo, più che mai in tempi di ripetuti tagli agli enti locali, sono gli oneri di urbanizzazione, che consentono ai Comuni di racimolare risorse per le loro casse esangui. “E’ una droga pericolosa - afferma Alessandro Mortarino, coordinatore nazionale del movimento “Stop al Consumo dei Territori” - ogni terreno lasciato al cemento e’ come un buco di un tossicodipendente che dice “ancora una volta e poi non lo faccio piu’”, ma comportandosi così rischia il buco letale. Quasi tutti i piani regolatori comunali prevedono piani di sviluppo del 20% delle aree edificabili, una prospettiva assolutamente insostenibile. Dobbiamo batterci affinché vengano fatte nuove leggi, che diano ai comitati dei cittadini la facoltà di partecipare al tavolo delle decisioni. Ma leggi buone ce ne sono già, dobbiamo spingere perché dall’enunciazione dei principi si passi alla pratica”. Un caso virtuoso, citato dal coordinatore di “Stop al Consumo di Territori”, è l’ultima legge sul piano territoriale regionale varata dal Piemonte, che introduce il principio che non si facciano nuove costruzioni dove ci sono le condizioni per recuperare quelle esistenti e non utilizzate.

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