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EFFETTO IVA NEL CARRELLO DELLA SPESA: +180 EURO ALL’ANNO A FAMIGLIA, DI CUI 9 SOLO PER IL VINO. SI RISCHIA UN CALO DEI CONSUMI DELL’1,5% PER IL RINCARO DEL COSTO DI TRASPORTO, E C’È IL RISCHIO SPECULAZIONE: L’AGROALIMENTARE ITALIANO ALZA LA GUARDIA

180 euro all’anno, 9 solo per il vino: ecco quanto spenderà in più per la spesa alimentare ogni famiglia italiana, a causa dell’aumento dell’Iva dal 20% al 21% su generi alimentari come acqua, vino, tè, caffè e birra. Le stime sono di Federalimentare e Federvini.
“La super Iva porterà un altro calo dei consumi alimentari, in sofferenza già da 5 anni - osserva il presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua - e dobbiamo anche quantificare i danni che comunque arrivano dall’ultima manovra, risultata penalizzante per il ceto medio e il suo potere d’acquisto. E la nostra preoccupazione non finisce perché incombe anche la minaccia della delega fiscale ancora da attuare”. Insomma, l’aumento di un punto percentuale dell’Iva mette in agitazione l’agroalimentare italiano.
Anche perché, secondo molti, non riguarderà soltanto i prodotti direttamente interessati: per la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori c’è il rischio di vedere un calo dei consumi alimentari dell’1,5%, a causa dell’aumento dei costi di trasporto. “In Italia infatti - spiega la Cia - per arrivare dal campo alla tavola i prodotti alimentari viaggiano su gomma nell’85% dei casi: l’aumento delle spese di trasporto, quindi, andrà a “pesare” sui listini al supermercato. Spingendoli in alto”.
E per di più c’è il rischio-speculazione, come ricorda Coldiretti: “occorre vigilare affinché l’aumento dell’Iva non sia l’occasione per speculare con aumenti di prezzo ingiustificati su beni indispensabili per i cittadini e le imprese, dalla benzina ad alcuni tipi di alimenti e bevande. La maggioranza degli alimenti sono esclusi dall’aumento che, però, colpisce alcuni prodotti di largo consumo come l’acqua minerale, la birra e il vino”, dai quali l’organizzazione guidata da Sergio Marini stima un introito aggiuntivo per lo Stato di 35 - 40 milioni di euro. “Per una bottiglia da 3 euro - ricorda Coldiretti - il giusto aumento è pari ad appena 3 centesimi, e bisogna dunque evitare che i ritocchi di pochi centesimi necessari per l’adeguamento dell’Iva diventino l’occasione per rincari ingiustificati al dettaglio in un momento di difficile crisi economica”.

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