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“FAR FRONTE COMUNE IN ITALIA PER NEGOZIARE QUELLA CHE RISCHIA DI DIVENTARE UNA DELLE PIU’ DIFFICILI E COMPLESSE RIFORME DELLA POLITICA AGRICOLA COMUNE (PAC) IN EUROPA”: COSI’ IL MINISTRO ROMANO. FOCUS: I “FRONTI” SU CUI DARA’ BATTAGLIA L’ITALIA

“Fare fronte comune per negoziare quella che rischia di diventare una delle più difficili e complesse riforme della politica agricola comune (Pac) in Europa”. E’ la risposta dell’Italia alla proposta di riforma della Commissione Europea che ha ricevuto, per il primo confronto al Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura dell’Ue, le critiche della grandissima maggioranza dei partner europei.
“C’é un negoziato che si preannuncia difficile - dice il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Saverio Romano - ma stiamo mettendo insieme tutte le forze nel nostro Paese, organizzazioni professionali, parlamentari ed eurodeputati, per fare fronte comune ad una inziativa che deciderà il futuro della nostra agricoltura e deciderà come questa agricoltura deve vivere”. Unica soddisfazione per Romano, l’essere riusciti a sopprimere la data per armonizzare i pagamenti alle aziende nell’Ue, in caso contrario, dice, “sarebbe stata posta una pietra tombale sulla politica agricola italiana”.
Tuttavia, dal primo confronto ministeriale c’é stata una vera e propria alzata di scudi dalla Gran Bretagna a Malta, dalla Francia alla Germania. Così, nonostante la strenua difesa del Commissario Europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos, sulle priorità e le sfide che intende realizzare, Germania e Gran Bretagna hanno subito cassato la proposta di porre un tetto massimo agli aiuti Ue; la Francia non vuole destinare il 30% degli aiuti a produzioni “verdi”, ed è contraria anche al criterio di distribuzione degli aiuti tra gli Stati membri. Particolarmente deluso il Ministro spagnolo che ha dichiarato “guerra” all’armonizzazione degli aiuti all’interno dello stesso Stato membro. Persino la Svezia non è contenta in quanto dice “la proposta complica ancora più le cose”.

Focus - I “fronti” su cui darà battaglia l’Italia
- No a nuovo modello Pac: è un modello che serve ben poco alle imprese che vogliono andare sul mercato, profitta alla proprietà fondiaria e alle pseudo piccole aziende non professionali i cui proprietari hanno altre attività.
- Difesa bilancio Ue Italia: no alla riduzione dei pagamenti diretti anche se Italia resta tra i primi 5 Paesi Ue per i maggiori contributi Ue all’ettaro.
- Aiuti verdi e agricoltori attivi: no al blocco del 7% di terre a fini ecologici con forti aumenti dei controlli. No alla definizione degli agricoltori attivi, che esiste già e aumenta la burocrazia.
- Volatilità mercati: non c’é nulla di nuovo. L’Italia chiede forte aggregazione dell’offerta, come fatto con l’ortofrutta.
- Sviluppo rurale: sarà più difficile spendere i fondi Ue e a livello regionale e l’Italia chiede la possibilità di compensare l’uso dei fondi come avviene per la programmazione nazionale.
- Semplificazione: per l’Italia è la grande assente.

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