ARRIVA DALL’AGRICOLTURA L’INCENTIVO ANTICRISI. “OFFERTI” 6 MILIARDI DI EURO DAI CONTADINI PER ACQUISTARE TERRENI STATALI. “LA CESSIONE DEI TERRENI STIMOLEREBBE CRESCITA, OCCUPAZIONE E REDDITIVITÀ DELLE IMPRESE AGRICOLE”. COSÌ IL PRESIDENTE COLDIRETTI

In tempi di crisi economica, in cui lo Stato si arrovella per cercare risorse economiche, e in cui è sempre più difficile trovare investitori disposti a spendere denaro fresco, un segnale in controtendenza arriva dagli agricoltori, che sarebbero pronti a spendere più di 6 miliardi di euro per acquistare i 338.000 ettari di superficie agricola utilizzata di proprietà dello Stato italiano, gestiti tra amministrazioni ed enti pubblici, che potrebbero servire a finanziare il decreto sviluppo sollecitato dall’Unione Europea. Almeno è l’intenzione che arriva dalle parole di Sergio Marini, presidente di Coldiretti, nel Forum internazionale di Cernobbio, che ha commentato i risultati del primo studio sulle proprietà pubbliche dei terreni agricoli realizzato sui dati del Censimento Istat del 2010, nel primo dossier sullo “Stato Agricoltore”. “La cessione di questi terreni - ha proseguito Marini - toglierebbe allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderebbe disponibili risorse per lo sviluppo ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese”. Un’idea che piace anche al 57% degli italiani, secondo un sondaggio Coldiretti/Swg.
“Tra le diverse Regioni analizzate dal censimento il Piemonte - sottolinea la Coldiretti - si classifica al primo posto per la disponibilità di terreni agricoli di proprietà pubblica con oltre 56.000 ettari, segue il Lazio con 41.000 ettari, Trento e Bolzano rispettivamente con 31.000 e 24.000 ettari, la Basilicata con 24.000 ettari e la Lombardia con 23.000 ma rilevanti proprietà ci sono anche in Campania (17.000 ettari) e in Veneto (15.000).