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ACETO BALSAMICO, TUTTO MERITO E COLPA DEL NOME: MENTRE IL PRODOTTO CRESCE IN VOLUME DEL 30% DALL’INTRODUZIONE DELL’IGP NEL 2009 (300 MILIONI DI EURO IL VALORE, IL 75% DALL’EXPORT) CRESCONO ANCHE I TENTATIVI DI IMITAZIONE. LO DICE UNA RICERCA NOMISMA

Oltre 93 i milioni di litri prodotti (+14% sul 2009), oltre 73 i milioni di litri confezionati (+30%) per un valore di mercato importante che sfiora i 300 milioni di euro, di cui il 75% derivante dall’export in oltre 100 Paesi: sono i numeri che raccontano storia ed economia dell’Aceto Balsamico di Modena dall’acquisizione della certificazione Igp ad oggi. Ma, secondo la ricerca “Comportamento di consumo, percezione e conoscenza dell’origine dell’Abm in Italia e in 4 importanti mercati europei” (Germania, Francia, Spagna e Grecia), condotta da Nomisma e presentata nel convegno “Balsamico: nulla di generico!” (a Modena, il 21 ottobre), l’Aceto Balsamico di Modena Igp e i suoi “cugini” con la Dop, Aceto Balsamico Tradizionale di Modena e Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia, oltre a essere i prodotti italiani a Indicazione Geografica con la maggior quota di esportazione, vantano anche il triste primato di essere tra i più imitati e contraffatti, con conseguente sottrazione all’economia reale del Paese di un buon 10% del fatturato.

“Dalla ricerca è emerso un concetto importante - sottolinea il presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena, Cesare Mazzetti - ovvero che in tutti i Paesi europei oggetto di studio c’è una percezione diffusa, in Germania si arriva addirittura al 93%, che l’origine dell’Aceto Balsamico sia italiana e che il termine “Balsamico” sia strettamente e univocamente collegato all’immagine che i tre aceti emiliani hanno saputo guadagnarsi tra i consumatori internazionali”. Responsabile di una così ampia diffusione di imitazioni, secondo la ricerca, è probabilmente la scarsa attenzione che in tutti i Paesi - ad eccezione dell’Italia - si presta alla lettura dell’etichetta. Nella stessa indagine di Nomisma, si leggono anche altri dettagli, come l’alta frequenza di consumo dell’Aceto Balsamico in tutti i Paesi esaminati, e la relativa indifferenza dei consumatori al prezzo come motivazione d’acquisto.

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