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VENDERE I TERRENI AGRICOLI DELLO STATO ALLE IMPRESE FRUTTEREBBE 6 MILIARDI ALLE CASSE PUBBLICHE E POTREBBE CALMIERARE IL PREZZO DEI TERRENI, STIMOLARE LA REDDITIVITÀ DELLE IMPRESE AGRICOLE. L’IDEA DI COLDIRETTI IN “SINTONIA” CON BANKITALIA

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Vendere i terreni agricoli per stimolare la redditività delle imprese agricole

“Stimolerà la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole”: Coldiretti “dice sì” alle sollecitazioni del responsabile dell’area ricerca economica di Bankitalia, Daniele Franco, nell’audizione alle Commissioni Bilancio riunite sull’opportunità di “definire in tempi brevi un piano di dismissioni e di valorizzazione dei cespiti immobiliari pubblici, coerentemente con le dichiarazioni del Governo”, in merito alla possibile vendita alle imprese agricole dei 338.000 ettari di terreni agricoli di cui è proprietario lo Stato per un valore di circa 6 miliardi di euro, lanciata dall’organizzazione agricola.

“Accelerare la vendita alle imprese agricole private dei 338.000 ettari di terreni agricoli di cui è proprietario lo Stato per un valore di circa 6 miliardi di euro è importante - commenta la Coldiretti - per rendere disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto avrebbe il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese.

Il censimento agricolo del 2010 - sottolinea la Coldiretti - ha fatto scoprire l’esistenza di ben 338.127,51 ettari di superficie agricola utilizzata di proprietà pubblica che, sulla base del valore medio della terra calcolato dall’Inea, Istituto Nazionale di Economia Agraria, in 18.400 euro per ettaro, significa la disponibilità di un patrimonio di 6,22 miliardi di euro a disposizione dello Stato che non ha alcun interesse a fare l’agricoltore. È certo infatti - conclude la Coldiretti - che nessuno meglio degli imprenditori agricoli è in grado di valorizzare lavorando la terra e generare nuova occupazione”.

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