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DI FRANCO E FASOLINI NUOVI “PRINCIPI” VIGNAIOLI (AZIENDA DIRUPI): A LORO VA “NEXT IN WINE” 2011, PREMIO PER GIOVANI VIGNERONS ATTENTI AL FUTURO E AL LEGAME CON LE PROPRIE RADICI, IDEATO DAI “PREPARATORI D’UVA” SIMONIT & SIRCH - SOMMELIER AIS

Il mondo del vino italiano ha i suoi nuovi talenti della vigna: i “principi” vignaioli capaci di guardare al futuro, mantenendo saldo il legame con le proprie radici, sono Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini dell’Azienda Dirupi di Ponte di Valtellina (Sondrio), vincitori del nuovo premio “Next in Wine 2011”, ideato dai “Preparatori d’Uva” Simonit&Sirch, al secolo Marco Simonit e Pierpaolo Sirch, e dalla Scuola Italiana di Potatura della Vite in collaborazione con l’Associazione Italiana Sommelier, di scena a Roma il 31 ottobre (info: www.nextinwine.it; www.simonitesirch.it).
“Abbiamo premiato Pierpaolo Di Franco e Davide Fasolini per la sintesi tra tradizione ed innovazione che sono riusciti ad applicare nell’esercizio quotidiano di viticoltori - ha detto Attilio Scienza dell’Università di Milano, tra i massimi esperti di viticoltura, presidente della giuria - interpreti dell’espressione latina “manu ... factu” nella conduzione dei vigneti di un territorio, la Valtellina, dove l’uomo ha ancora un ruolo fondamentale e le macchine possono solo agevolare la fatica in quei lavori che in passato compivano gli animali, hanno saputo introdurre le innovazioni che la ricerca ha in questi anni prodotto, senza però dimenticare la lezione del passato, dei vecchi viticoltori con i quali hanno mantenuto un rapporto di amicizia. Una viticoltura - continua Scienza - vissuta con lo spirito dell’umanesimo e non del profitto fine a se stesso. Il valore del loro impegno è anche valutabile nel recupero dei piccoli vigneti abbandonati, nella salvaguardia dei ceppi di vite spesso centenari, nel ripristino dei muretti dei terrazzamenti. Un aspetto cruciale del loro lavoro di giovani laureati di viticoltura è che sono riusciti a modificare la forma di allevamento tradizionale, semplificando la struttura della chioma e rendendola più gestibile con meno costi. Il loro esempio - conclude Scienza - è stato da stimolo ad altri giovani che sono ritornati con entusiasmo alla coltivazione del vigneto e rappresentano oggi la vera speranza della viticoltura della Valtellina”.
“Abbiamo voluto ideare un premio per giovani viticoltori con la voglia di fare, di andare avanti con caparbietà e serietà, di sperimentare, attingendo con intelligenza al grande patrimonio di esperienze del passato - spiega da parte sua l’agronomo e preparatore d’uva Marco Simonit - siamo infatti convinti che il vigneto Italia ha ancora tantissime potenzialità da esprimere, che possono far compiere ai nostri vini un nuovo balzo in avanti sia nella qualità che nella personalità. La storia ci insegna che un vino, per emergere oggi, deve affermarsi per la sua forte identità, attraverso un rapporto esemplare tra il vigneto e la terra da cui proviene e che lo rende unico e inimitabile. Il viticoltore dovrebbe quindi collocare al centro del suo progetto enologico la vigna e il lavoro in campagna, affinché un vino possa distinguersi ed eccellere. È necessario un intelligente mix tra tradizione e innovazione, tra conoscenza e coraggio, tra lungimiranza e progettualità, in uno sviluppo continuo e meditato: solo così si crea un vero ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione - continua Marco Simonit - la viticoltura procede infatti per evoluzione e non per drastica rivoluzione. Il nuovo rinascimento viticolo sarà tale quando la vigna tornerà la vera e insostituibile “madre” del vino. Un rinascimento che noi vogliamo affidare ai giovani, ai giovani di “Next in wine””.

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