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UNA NUOVA VITA PER LA CANTINA EX KAGGIO, CONFISCATA A RIINA E BUSCETTA NEL 1996: GRAZIE AI 2 MILIONI DEL “PROGRAMMA OPERATIVO NAZIONALE SICUREZZA PER LO SVILUPPO”, DIVENTA UNA REALTA’ PRODUTTIVA ED UN’OCCASIONE DI LAVORO PER I GIOVANI

La cantina ex Kaggio, confiscata alla mafia nel 1996, vedrà una nuova vita grazie ad un intervento di oltre 2 milioni di euro, risorse reperite nell’ambito del Programma operativo nazionale Sicurezza per lo sviluppo Obiettivo convergenza 2007-2013, cofinanziato dall’Unione europea. A presentare il progetto esecutivo, nella cornice del Palazzo dei Normanni a Palermo, il presidente del Consorzio “Sviluppo e legalità”, Salvatore Graffato, e dal vice presidente della Commissione regionale Antimafia, Salvino Caputo.

La cantina fu confiscata a Salvatore Riina e Bernardo Brusca, e da allora è un punto di riferimento per le cooperative che operano nel settore dei beni sottratti ai boss mafiosi. Il primo atto amministrativo dell’attuale giunta che governa Monreale, guidata dal sindaco Filippo Di Matteo, due anni e mezzo fa, fu quella di assegnare la cantina al Consorzio che ha potuto avviare l’iter per la ristrutturazione.

“Consegnare un bene simbolo del potere mafioso - ha detto Graffato - ai giovani per trasformarlo in una realtà produttiva significa comunicare alla società civile che è possibile avviare percorsi virtuosi di economia sana che creano benessere e offrono opportunità di lavoro”. Soddisfazione per l’iter del progetto è stata espressa anche da Caputo: è prevista la realizzazione di due capannoni e un centro congressi. Il primo capannone sarà utilizzato come ricovero dell’intero parco macchine e delle attrezzature agricole delle Cooperative che gestiscono le terre del Consorzio e come luogo in cui stoccare i mezzi tecnici, mentre nell’altro sarà creato un centro sperimentale per la valorizzazione dei prodotti agricoli provenienti dalle terre confiscate alla mafia che sarà gestito dall’Istituto regionale della vite e del vino della Regione Sicilia. Il centro congressi ospiterà incontri sui temi di maggiore interesse sociale, culturale, d’attualità, ma sarà anche uno spazio per divulgare il riutilizzo dei beni confiscati nell’Alto Belice Corleonese. Per Caputo questo risultato rappresenta “la vittoria dello Stato contro Cosa Nostra. Sono passati 15 anni - ha detto il vicepresidente della commissione regionale Antimafia - ma il nostro impegno non è venuto mai meno, abbiamo fortemente creduto e puntato su questa struttura che rappresenta un bene simbolo della lotta alla mafia ringrazio tutti coloro che insieme a me hanno condotto una battaglia a favore della collettività e soprattutto i sindaci del Consorzio Sviluppo e Legalità”.

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