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PER LA FAO NEL 2050 L’80% DELLA POPOLAZIONE VIVRÀ IN CITTÀ, RENDENDO LE CAMPAGNE DESERTE E METTENDO A RISCHIO L’APRROVIGIONAMENTO DI CIBO. L’AGRICOLUTRA, OGGI CON IL 15% DI GAS SERRA PRODOTTI, HA LE POTENZIALITÀ PER MITIGARE I CAMBIAMENTI CLIMATICI

Allarme desertificazione in campagna, e rischio di mancato approvvigionamento cibo nelle megalopoli dove, secondo una stima Fao, entro il 2050 vivrà l’80% della popolazione mondiale. Con la previsione di nascita di 19 mega-city (di cui 5 in Asia) con almeno dieci milioni di abitanti, e forte calo (-30%) della popolazione attiva nelle aree rurali.

Questo lo scenario, molto probabile, che attende l’umanità a metà del secondo millennio. Sempre secondo i dati Fao per soddisfare il fabbisogno di cibo dei tanti nuovi residenti nella città la produzione agricola planetaria dovrebbe aumentare del 70%, e il ruolo della terra diventa sempre più strategico, con l’ulteriore criticità del fabbisogno energetico, che richiederà la fornitura crescente di prodotti alimentari alle megalopoli.

Rispetto agli anni Settanta, l’umanità attualmente consuma 100 volte più energia per le produzioni agricole che si avviano ad essere sempre meno sostenibili. Oltre 15% dei gas serra provengono dall’agricoltura, comparto che è oggi tra i peggiori in termini di sostenibilità ma che ha, al contempo, grandi potenzialità nelle azioni di mitigazione dei cambiamenti climatici. Occorre pensare a politiche di sviluppo agricolo a basso impatto carbonico come la forestazione, lo sviluppo di colture biologiche, le agroenergie, i tagli degli sprechi nei campi e nelle serre, le tecniche agronomiche ecosostenibili, e persino lo sfruttamento del biogas nell’allevamento possono fare comparto primario un motore della green economy.

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