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NIENTE PIÙ ADDIO ALLE BUSTE DI PLASTICA? LE DISPOSIZIONI SONO SPARITE DAL COSIDDETTO “MILLEPROROGHE”, SUSCITANDO LA REAZIONE DEGLI ECOLOGISTI E IL DISAPPUNTO DEI MINISTRI CLINI (AMBIENTE) E PASSERA (SVILUPPO ECONOMICO)

Il sì del Consiglio dei Ministri c’era, datato 23 dicembre. E anche l’annuncio ufficiale sull’homepage dei siti dei Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, sotto il titolo “nuove norme per sacchetti biodegradabili”. Ma le disposizioni promesse sono letteralmente (e misteriosamente) sparite dal testo del cosiddetto “milleproroghe”, suscitando la reazione più o meno compatta degli ecologisti e il presumibile disappunto dei due Ministri che quelle disposizioni avevano chiesto e ottenuto, Corrado Clini e Corrado Passera. Come noto, il bando agli shopper di plastica, scattato giusto il primo gennaio di quest’anno, e che doveva metterle al bando definitivamente, aveva guadagnato all’Italia un individiabile primato europeo ma c’era bisogno di stabilire meglio la portata del divieto e introdurre sanzioni più severe a carico dei contravventori: esattamente ciò che è stato fatto all’antivigilia di Natale, chiarendo una volta per tutte che sarebbe stata consentita la commercializzazione dei soli sacchetti conformi alla normativa Ue (EN13432) sulla biodegradabilità e di quelli effettivamente riutilizzabili nel tempo.
Peccato che una distrazione o, come preferiscono i malpensanti, una manina “galeotta” abbia cancellato tutto, costringendo ora i Ministeri interessati a studiare contromisure ad hoc. Le strade possibili sarebbero realisticamente due: un emendamento del Governo a posteriori o un nuovo, apposito decreto da varare entro 6 mesi. Strade da percorrere senza cedimenti o compromessi se si vuole confermare l’obiettivo dichiarato di “accelerare il percorso già in atto per orientare i consumatori verso prodotti ambientalmente sostenibili e, insieme, dare impulso allo sviluppo della green economy”.

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