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PARTITE IVA: L’AGRICOLTURA, CON UN AUMENTO DI OLTRE IL 10%, È SECONDA SOLO AL COMMERCIO SULLE 34.396 NUOVE APERTE A NOVEMBRE 2011, LA METÀ DELLE QUALI DA GIOVANI, IN CALO DEL -9,4% SUL 2010: LO COMUNICA IL DIPARTIMENTO DELLE FINANZE

Se il commercio si conferma il settore produttivo in cui si registra il maggior numero di aperture di partite Iva, oltre il 27% del totale, subito dopo c’è l’agricoltura con oltre il 10%, sulle 34.396 nuove partite Iva che sono state aperte a novembre 2011, con una flessione del 17,7% su ottobre e del 9,4% su novembre 2010, il 48,4% delle quali aperte da giovani fino a 35 anni. E’, in sintesi, il quadro che emerge dall’Osservatorio delle partite Iva del Dipartimento delle Finanze. Nel complesso, inoltre, mentre il gruppo dei servizi raccoglie il 45,6% delle aperture totali, quota in leggero calo su ottobre, con il settore che accusa il calo più consistente di aperture rispetto al 2010 (-15%), appena più alto del settore industriale (in calo del 14,8%), l’agricoltura si conferma in controtendenza (+11,6%).

In particolare, secondo l’Osservatorio, la distribuzione per natura giuridica conferma la forte prevalenza delle persone fisiche, il cui peso percentuale sul totale delle aperture, tuttavia, è calato a circa il 68%. Di conseguenza è salita la quota di aperture societarie: le società di capitali rappresentano il 21,5% e le società di persone circa il 10%. Rispetto al 2010 si nota un calo di aperture più marcato per le società di capitali (-19,6%) e più contenuto per le persone fisiche e le società di persone. A livello territoriale, il 41% delle aperture si è registrato al Nord, il 23% al Centro, il 36% al Sud e Isole.

Per le persone fisiche, la ripartizione per sesso vede gli uomini aprire circa il 64% di partite Iva. A novembre 2011, sono le donne a registrare un calo più sensibile di aperture (-7,6%) sul novembre 2010. Il 48,4% delle aperture è dovuto a giovani fino a 35 anni e, sul novembre 2010, vi è un calo generalizzato, più cospicuo per la classe oltre i 65 anni (-20,6%).

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