02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

LA SICILIA BLOCCA L’AGRICOLTURA, E LA CIA-CONFEDERAZIONE ITALIANA AGRICOLTORI CHIEDE INTERVENTO DELL’INTERNO E POLITICHE AGRICOLE: “PROTESTA COMPRENSIBILE, I DANNI AGLI AGRICOLTORI NO”. E GRASSO (ANTIMAFIA): “ATTENZIONE A CRIMINALITÀ ORGANIZZATA”

Che la Sicilia sia uno dei maggiori fornitori di prodotti agricoli è un dato di fatto. Va da sé, dunque, che il blocco dei trasporti in atto nell’isola stia causando danni al settore da milioni di euro, visto che la stragrande maggioranza delle merci viaggia su gomma. Per questo la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori ha chiesto l’intervento dei Ministri degli Interni e dell’Agricoltura “interventi urgenti per garantire il diritto al trasporto dei prodotti ortofrutticoli e del latte, ma anche per evitare pericolose contrapposizioni tra produttori e autotrasportatori”.

“La protesta degli autotrasportatori e di quanti si sono uniti alle loro iniziative, seppur comprensibile, non può essere condivisa - spiega la Cia - perché contribuisce a peggiorare le condizioni economiche di migliaia e migliaia di agricoltori, costretti a far marcire i prodotti nei campi e a buttare il latte dei propri allevamenti. La contestazione, purtroppo, ha già provocato danni ingenti al comparto e ai coltivatori vittime del fermo. Continuando così, le conseguenze negative non potranno che crescere in maniera esponenziale”.

La Cia, in sostanza, riconosce il diritto alla protesta, ma allo stesso tempo “non può riconoscere il diritto a danneggiare così profondamente gli agricoltori che, primi fra tutti, subiscono l’aumento dei listini dei carburanti. Un rialzo che grava pesantemente sulle voci di spesa delle imprese del settore, strette nella morsa dei costi produttivi e contributivi in continua ascesa e dei prezzi sul campo assolutamente non remunerativi. Denunciamo da tempo l’aggravarsi della crisi del tessuto produttivo siciliano, anche a causa del crollo della redditività delle produzioni agricole. La recente manovra del governo Monti ha ulteriormente esasperato la pressione fiscale sul già fragile sistema economico regionale, in particolare sul settore primario. L’assenza di interventi a sostegno della crescita e per lo sviluppo del Mezzogiorno, insieme alla sempre maggiore distanza della politica dai problemi reali delle famiglie e delle categorie produttive, sono la vera miccia che “accende” la rabbia e la disperazione che sono alla base di proteste come quella in Sicilia”. Ma sulla protesta, secondo alcuni, potrebbe esserci anche la “longa manus” della criminalità organizzata. E anche il procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, invita a tener alta la guardia: “io penso che ogni fenomeno vada affrontato attraverso delle indagini che possano mettere in risalto se c’è effettivamente questa presenza. Non c’è dubbio che in realtà complesse e in territori dove c’è da sempre una presenza della criminalità organizzata di tipo mafioso è possibile che questi fenomeni ci siano. Però vanno accertati con rigore e severità”.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli