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FEDERALIMENTARE: IL “FALSO” MADE IN ITALY FATTURA 60 MILIARDI L’ANNO. IL FENOMENO SI ARTICOLA, SECONDO LE ULTIME STIME, IN 54 MILIARDI DI ITALIAN SOUNDING (CHE FA “ECO” SUBDOLAMENTE AL MADE IN ITALY), E 6 MILIARDI DI CONTRAFFAZIONE VERA E PROPRIA

“Il falso Made in Italy alimentare penalizza in modo enorme le dinamiche dell’industria alimentare in un momento in cui essa avrebbe più che mai bisogno di valorizzare i propri sbocchi esteri, in presenza del deludente andamento del mercato interno”: lo afferma il presidente Federalimentare, Filippo Ferrua.

Il “falso” Made in Italy, si legge in una nota dell’organizzazione, raggiunge i 60 miliardi l’anno. Il fenomeno si articola, secondo le ultime stime, in 54 miliardi di italian sounding (ovvero la produzione che fa “eco” subdolamente al Made in Italy), e 6 miliardi di contraffazione vera e propria.

“E’ una cifra enorme - sottolinea Ferrua - che raggiunge quasi metà del fatturato alimentare, pari a 127 miliardi, e vale oltre il doppio dell’export nazionale, pari a 23 miliardi”.

Federalimentare riconosce i risultati positivi del lavoro della Commissione Parlamentare, ma richiede alle istituzioni nazionali ed europee di adottare comportamenti incisivi e coerenti con la necessità di crescita del Paese, per rilanciare l’export e risollevare l’economia. In particolare, Ferrua chiede: 1) rafforzamento degli strumenti comunitari di tutela all’interno del perimetro Ue e la definizione di accordi bilaterali con i paesi maggiormente interessati; 2) rafforzamento dello “sportello imprese”, al fine di creare una efficace rete di monitoraggio all’estero del fenomeno; 3) attivazione di uffici legali nel nuovo Ice che consentano azioni legali di tutela del Made in Italy; 4) campagne per far conoscere al consumatore estero il vero Made in Italy, anche mediante la qualificazione dei ristoranti italiani all’estero”.

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