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SE LA “BOLLA-BORDEAUX” IN ASIA COMINCIA A SGONFIARSI: NELLE PRIME ASTE DI HONG KONG MOLTI LOTTI INVENDUTI E QUOTAZIONI A RIBASSO PER I GRANDI CHATEAUX, E L’INDICE LIV-EX 100, QUASI TUTTO FRANCESE (E BORDOLESE) HA PESO IL 14,85% IN UN ANNO

Lo avevano previsto in tanti, anche ai microfoni di WineNews, dal re dei critici Robert Parker Jr. alla Master of Wine Jancis Robinson: la “bolla” asiatica che aveva fatto schizzare a livelli folli i prezzi dei vini di Bordeaux sarebbe esplosa. E le prime aste 2012 di Hong Kong, ormai la capitale dell’incanto delle etichette di lusso, pressochè tutte bordolesi, hanno fatto segnare un primo flop: Sotheby’s, ad esempio, ha visto rimanere invenduti il 15% dei lotti, aggiudicando “appena” l’82% del valore stimato prima dell’asta. Risultati comunque positivi, va detto, ma non in linea con il “tutto esaurito” che è stato la regola nelle aste asiatiche degli ultimi 2 anni. Con le quotazioni delle bottiglie che, in alcuni casi, sono scese quasi del 30%: a gennaio 2011 una bottiglia di Chateau Lafite 2009, ad esempio, veniva battuta a 1.305 euro, ora siamo a 988. Questo non vuol dire che i super ricchi di Cina e Asia non guardino più a vini bordolesi di lusso, ma le quotazioni sembrano destinate a ritrovare un punto di equilibrio sul mercato. Certo, questo non farà piacere a chi vede il vino come un bene di investimento, almeno nel breve periodo: il Liv-Ex 100, uno degli indici di quel Liv-Ex che è considerato il benchmark di riferimento del settore, e che tiene conto del volume di produzione e del valore di un vino, ha perso il 3,9% in un mese, e ha chiuso il 2011 a -14,85% sul 2010. Insomma, pare che i facoltosi asiatici non siano più disposti a spendere qualsiasi cifra per bottiglie di blasone ma che inizino a guardare anche all’effettivo rapporto tra la qualità e il prezzo: un po’ perché probabilmente qualche effetto della crisi economica mondiale inizia a farsi sentire anche lì, e anche perché la competenza dei winelovers orientali suk nettare di Bacco cresce rapidamente. E questa tendenza, se si trasferisse dai collezionisti di grandi vini di Bordeaux e di Borgogna (questi ultimi sembrano il nuovo must in Asia) al mercato più in generale, potrebbe giovare incredibilmente al successo del vino italiano in quei Paesi (dove, nel 2011, le esportazioni hanno già fatto segnare un +87% nel 2010), che del rapporto tra alta qualità e prezzi ragionevoli ha fatto il suo punto di forza nel mondo. Un “Orient Express” da non perdere ...

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