In tempo di liberalizzazioni, ci sono quelle che proprio non sembrano incontrare il favore di nessuno. Come quella dei diritti di impianto dei vigneti, che, proposta dall’Ocm nel 2008 per essere operativa nel 2016, ha incontrato solo pareri negativi. Specialmente dalle principali nazioni produttrici di vino, in testa Francia e Italia, che rappresentano il 97% dell’intera produzione europea e che chiedono alla Commissione Agricoltura dell’Unione Europea di rivedere la decisione. E così, mentre si avvicina l’entrata in vigore della misura, il commissario europeo all’agricoltura Dacian Ciolos ha fatto sapere che vuole creare un “gruppo di riflessione ad alto livello” che dovrà trattare il delicato dossier sulla liberalizzazione dei diritti d’impianto, in vista del “rapport d’étape” che la Commissione dovrà pubblicare alla fine del 2012. Per il Presidente della Efow (Federazione Europea dei Vini di Origine) Riccardo Ricci Curbastro “è la prova che il Commissario incomincia a pensare seriamente alla gravità della questione e alle conseguenze estremamente pesanti che avrebbe una deregulation sull’intero comparto vitivinicolo”. Gli fa eco il vicepresidente della Efow il francese Berbanrd Farges: “quando si parla dei diritti di reimpianto si parla della sopravvivenza del nostro settore, dell’economia di numerose Regioni, della sopravvivenza di moltissime imprese e della stessa salvaguardia del territorio”. Insomma, tutto indica che questa liberalizzazione, probabilmente, non s’ha da fare ...
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025