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85.000 AZIENDE, 1,3 MILIARDI DI TONNELLATE DI PRODOTTO, 10 MILIARDI DI FATTURATO E 1,9 MILIARDI DI VALORE ESPORTATO: ECCO I NUMERI DI DOP E IGP MADE IN ITALY DEL “RAPPORTO QUALIVITA-ISMEA” 2011 SU PRODOTTI AGRO-ALIMENTARI ITALIANI DI QUALITA’

Una base produttiva di 85.000 aziende, un volume prodotto di 1,3 milioni di tonnellate, un fatturato alla produzione di 6 miliardi di euro che diventano 10 al consumo e un fatturato dell’export di 1,9 miliardi. Ecco i numeri dei prodotti agroalimentari italiani di qualità (Dop e Igp), arrivati a quota 239 iscrizioni nel registro europeo, rendendo il nostro Paese leader nel settore a livello mondiale. I numeri sono quelli del “Rapporto Qualivita Ismea” 2011, che parlano di una ripresa del settore dopo due anni di difficoltà, specialmente grazie ad ortofrutta, cereali e alla “new entry” aceto balsamico.
“I prodotti a qualità certificata - spiega il Ministro dell’Agricoltura, Mario Catania - sono solo la punta di diamante di un sistema, quello agroalimentare, che è tutto improntato sulla qualità e sul quale abbiamo lavorato, all’inizio, combattendo resistenze e difficoltà”. Un settore nel quale, attualmente, l’impegno maggiore viene profuso per combattere le contraffazioni e per garantire adeguate fasce di mercato ai prodotti ai quali assegnare le etichette.
“Come già fatto nel settore lattiero-caseario - dice il Ministro - stiamo lavorando per poter allargare a tutto il settore la possibilità di programmare i volumi di produzione. A breve, inoltre, metteremo in cantiere un disegno di legge su tutto il settore agroalimentare con una parte dedicata ai prodotti di qualità per regolamentarlo ulteriormente e per potenziare l’informazione trasparente a favore dei consumatori. Un elemento - conclude Catania - che può non essere la panacea di tutti i mali ma che ha sicuramente un peso importante”.
“Nel 2012, lo scenario positivo dell’anno precedente potrebbe deteriorarsi - dice il direttore dell’Ismea, Egidio Sardo - ma riteniamo che soprattutto la componente dell’export, che pesa per un terzo sulla produzione, possa contribuire a sostenere il comparto, bilanciando un eventuale rallentamento dei consumi interni”.
“Il quadro complessivo della qualità italiana - secondo Mauro Rosati, segretario generale della Fondazione Qualivita - ci porta un po’ di ottimismo. La nuova globalizzazione induce a nuove attenzioni e bisogni soprattutto di prodotti alimentari di qualità e per questo motivo, per cogliere le opportunità intrinsecamente legate a questi cambiamenti, occorre innovare e stravolgere certi paradigmi e puntare sull’organizzazione aziendale, gli standard, la certificazione e il marketing”.

Focus - I prodotti italiani diventati Dop e Igp nel 2011
Formaggella del Luinese Dop , Farina di Castagne della Lunigiana Dop, Porchetta di Ariccia Igp, Fagiolo Cuneo Igp, Fichi di Cosenza Dop, Prosciutto Amatriciano Igp, Liquirizia di Calabria Dop, Carciofo Brindisino Igp, Brovada Dop, Coppa di Parma Igp, Seggiano Dop, Terre Aurunche Dop, Ciliegia dell’Etna Dop, Salva Cremasco Dop.

Focus - All’Aceto Balsamico di Modena Igp l’Oscar nella Top 15 delle Dop e Igp d’Italia
Con appena poco più di due anni di certificazione alle spalle, ovvero dopo il riconoscimento della Igp nel 2009, l’Aceto Balsamico di Modena si piazza di prepotenza, al primo posto, nella nota “Top 15” delle produzioni agroalimentari italiane Dop, Igp, Stg, curata da Qualivita e Ismea. L’Aceto Balsamico di Modena supera denominazioni come Grana Padano, Parmigiano-Reggiano e Pecorino Romano.
“Quello della usurpazione, ma anche contraffazione e imitazione - ha commentato il Ministro delle Politiche Agricole, Mario Catania - è un fenomeno alimentato dalla qualità e dal successo riscosso nel mondo dai prodotti agroalimentari made in italy. Una delle prime preoccupazioni del Governo è quello di combattere tali fenomeni, che, purtroppo, non avvengono solo a livello internazionale ma anche nazionale. E' allo studio una proposta di legge in tal senso”.
Il prodotto si è distinto per le ottime performance economiche (243 milioni di euro all’origine, 405 milioni al consumo) ma soprattutto per la grande quantità di volumi esportati ( 195 milioni di fatturato da export), che ne fanno il prodotto tipico italiano con la maggior quota di esportazione (pari al 92% dei volumi). L’Aceto Balsamico di Modena, nel 2011, ha conseguito un volume di prodotto certificato pari a 93 milioni di litri, e i primi mesi del 2012 mostra una buona tenuta dei consumi.

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