Anche per effetto dei pomodori tunisini spacciati come italiani il prezzo riconosciuto ai coltivatori siciliani per la produzione locale è crollato di oltre il 34% e molte aziende hanno dovuto chiudere. Lo afferma la Coldiretti nel commentare le indagini della Guardia di Finanza a Ragusa, che avrebbero fatto scoprire anche una frode alimentare commessa da tre operatori del settore accusati di aver commercializzato oltre 27 tonnellate di pomodorini importati dalla Tunisia e venduti nei mercati del Nord Italia come di provenienza nazionale.
Il pomodorino tondo liscio rosso a grappolo in serra - sottolinea la Coldiretti - è stato pagato al mercato di Vittoria il 35% in meno sul 2011 secondo le ultime rilevazioni Ismea. Se le responsabilità saranno accertate, all’inganno nei confronti dei consumatori italiani che pensavano di acquistare pomodorini siciliani si aggiunge - continua la Coldiretti - il danno gravissimo provocato all’economia siciliana e ad uno dei suoi prodotti più tipici.
Di fronte al ripetersi di crimini nei confronti della produzione made in Italy è necessario per gli agricoltori accelerare il progetto di filiera agricola italiana per candidarsi ad essere i nuovi protagonisti della trasformazione agroalimentare nazionale.
Con il progetto “Campagna Amica” la Coldiretti è impegnata ad avviare un nuovo e moderno canale commerciale esclusivamente made in Italy che si affianca alla grande distribuzione e ai negozi di prossimità, con le “Botteghe”, gli oltre 5.000 aziende agricole trasformate in punti vendita e i 1.000 mercati degli agricoltori già presenti su tutto il territorio nazionale.
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