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AGRICOLTURA “PARALIZZATA” DAL GELO: MIGLIAIA DI TONNELLATE DI PRODOTTO “BRUCIATE” DAL FREDDO O BLOCCATE IN AZIENDA O SUI CAMION, DANNI A FRUTTETI E STRUTTURE PER CENTINAIA DI MILIONI DI EURO. CHIESTO LO STATO DI CALAMITÀ E UN TAVOLO IN PARLAMENTO

50.000 imprese agricole “paralizzate” dal ghiaccio, il 25% dei prodotti in campo aperto “bruciato” dal gelo, 100.000 tonnellate di ortofrutta e 200.000 litri di latte bloccati in azienda o sui camion, come 1 milione di uova e 2.000 tonnellate di carne: è l’impressionante bollettino dei danni del freddo all’agricoltura, stilato da Cia - Confederazione Italiana Agricoltori, che ha chiesto lo stato di calamità. Una botta da 100 milioni di euro, secondo l’organizzazione agricola, in linea con le stime di Coldiretti, che sottolinea anche il crollo del 30% alla fornitura di verdure e altri prodotti deperibili, “con le consegne che procedono a macchia di leopardo sul territorio nazionale dove in alcuni paesi isolati i negozi sono addirittura chiusi o gli scaffali completamente vuoti mentre la situazione migliora nelle città come Roma”.
L’organizzazione guidata da Sergio Marini ha anche mobilitato 10.000 trattori degli agricoltori associati per collaborare con le amministrazioni comunali e provinciali al ripristino della circolazione, e sono stati allertati anche i vivaisti per collaborare alla messa in sicurezza degli alberi che sotto il peso della neve crollano sulle strade.
Ma nonostante trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime “trasformati” in spargi sale, la situazione resta difficile: lavorano a rilento lungo tutta la Penisola i mercati generali all’ingrosso di frutta e verdura, da Roma a Milano, dove - continua la Coldiretti - si trovano i prodotti locali ma mancano quelli che devono subire lunghi trasporti mentre le basse temperature ed il gelo danneggiano il prodotto scaricato e frenano gli acquirenti. Anche per questo i prezzi alla produzione e all’ingrosso sono al momento stabili, ma si temono speculazioni al dettaglio come purtroppo è già avvenuto in situazioni simili. E in pericolo, per Coldiretti, non sono solo i prodotti deperibili, ma anche le piante da frutto che cedono sotto il peso della neve, e mentre si registra un’impennata nei costi di riscaldamento delle serre, il gelo sta bruciando le verdure invernali in campo cavoli, verze, cicorie, carciofi, radicchio e broccoli e se continuerà a morire saranno anche viti e ulivi come nel 1985, con danni incalcolabili destinati a durare nel tempo. E almeno 2 milioni di mucche e maiali nelle stalle isolate rischiano di rimanere senza acqua e cibo per le difficoltà di garantire l’approvvigionamento dei mangimi sulle strade, e per i danni provocati dal gelo alle condutture che portano l’acqua agli abbeveratoi, ma in alcuni casi a cedere - conclude la Coldiretti - sono le stesse stalle, le serre o le strutture agricole a cedere sotto il peso della neve.
E la situazione potrebbe farsi ancora più pesante: “dopo una settimana di freddo da incubo per il Paese, con punte a -24° in zone coltivate, l’agricoltura subisce ancora gravissime conseguenze dal maltempo - dice Confagricoltura - e si calcola che in una notte di gelo come queste vengano persi circa 20 milioni di euro. Con un effetto valanga se il termometro rimarrà a questi livelli. Ma sono solo stime, numeri più precisi si potranno avere solo a emergenza cessata. Ma nonostante tutte le difficoltà ed i disagi, gli agricoltori stanno collaborando alacremente con la Protezione civile, per sgomberare strade, mettendo i propri trattori e la propria opera a disposizione delle autorità per favorire il ritorno in tempi rapidi alla normalità”.
In Parlamento, intanto, c’è chi comincia a farsi carico della situazione. “Serve subito un tavolo istituzionale per evitare che il freddo e la neve arrechino danni irreparabili all’agricoltura”: ecco la richiesta che il presidente della Commissione Agricoltura, Paolo Russo ha fatto al Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, sottolineando di essere pronto da parte sua “a investire il Parlamento della necessità di interventi normativi. “Nell’attuale contesto di difficoltà dovute alle avverse condizioni meteorologiche - evidenzia Russo - ci sono due profili da affrontare immediatamente essendo una vera e propria emergenza nazionale. Bisogna, in primis, considerare, che lo straordinario ed eccezionale momento rappresenta un colpo mortale inferto alle aziende agricole che già registrano un gap di competitività rispetto ai paesi europei per via della negativa incidenza del caro gasolio, del costo del lavoro e della inadeguatezza delle infrastrutture. A tutto questo si aggiunge - conclude il presidente della commissione Agricoltura - il dato, non meno grave, perché genera anche aumento dei prezzi e speculazioni, delle ripercussioni del maltempo sulla qualità e sulla quantità delle produzioni”.

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