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ITALIANI, POPOLO DI SANTI E NAVIGATORI. MA ANCHE DI AGRICOLTORI, CON MILIONI DI CONTADINI PER HOBBY NEI CAMPI E NEGLI ORTI. PER DI MANGIARE PRODOTTI GENUINI E AUTOPRODOTTI, E PER AMORE DELLA NATURA. LO DICE RICERCA NOMISMA PER “VITA IN CAMPAGNA”

Non Solo Vino
Italiani hanno hobby in campi ed orti

L’agricoltura in Italia, non è solo una delle prime fonti di reddito e di occupazione. È anche una delle passioni più diffuse e storiche del Belpaese. Al punto che gli agricoltori “amatoriali” sono un vero e proprio esercito: 1,2 milioni di persone curano un fondo agricolo, e ben 2,7 milioni coltivano un orto. Passandoci dalle 5 alle 15 ore a settimana. A fotografare lo status di quella che si potrebbe definire una vera e propria “agri-mania” è una ricerca Nomisma per “Vita in Campagna” dell’Informatore Agrario, in fiera il 30 marzo a Montichiari (Brescia, www.vitaincampagna.it). E se tantissimi mettono mano a sementi e attrezzi per prodursi gli ortaggi da mangiare o da regalare agli amici, molti si dedicano anche all’allevamento (soprattutto di polli, anatre, tacchini e conigli), e il 70% anche alla “trasformazione”, soprattutto per produrre vino e olio, ma anche conserve vegetali, marmellate e così via. Ma se per 9 agricoltori per hobby su 10 l’obiettivo è l’autoconsumo, in tempi di crisi il 58% di loro comincia a pensare di poter ricavare un’integrazione del reddito da questa passione. E se, storicamente, curare l’orto, è vista come un’attività da pensionati (che sono il 36% degli “agri-lovers”), tra zappe e vanghe si fanno largo anche impiegati (19%), operai (14%), casalinghe (6,3%), dipendenti pubblici e liberi professionisti (4,3%). Che muovono anche un indotto non indifferente, acquistando soprattutto piccole piante da trapiantare (73,8%), sementi (61%), concimi (56%) e prodotti per la protezione delle piante stesse (50,3%). Senza contare che il 95% degli agricoltori ha un vero e proprio “arsenale” di strumenti, tra decespugliatori, motoseghe, piccoli trattori, motozappe, e così via. Un fenomeno che, peraltro, è diffuso dal Nord al Sud del Paese. E che racconta di come l’agricoltura, anche non per professione, sia un aspetto fondante e diffuso della nostra cultura, fatto di conoscenze, tradizioni, ma anche di “comunicazione” tra le generazioni più anziane e quelle più giovani, che condividono l’amore per la natura.

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