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IL CALDO RECORD E LA SICCITA’ DIMEZZA I RACCOLTI. LA MAPPA AREA PER AREA STILATA DALLA COLDIRETTI. AGRICOLTURA IN GINOCCHIO IN TUTTA ITALIA

Il caldo record dimezza i raccolti in molte regioni. Una straordinaria siccità primaverile provocata dal crollo delle precipitazioni che da settembre ad oggi in Italia, con situazione drammatiche nel nord, nel centro Italia ed in Sardegna, dove è stato chiesto lo stato di calamità, sta mettendo in ginocchio l’agricoltura. Emerge dalla prima mappa dell’Italia a secco tracciata dalla Coldiretti (le temperature sono oltre 10 gradi superiori alla norma, ndr).
Il manifestarsi della siccità già a marzo mette a dura prova - spiega la Coldiretti - nelle campagne, con i terreni induriti, le semine e le colture in campo, che soffrono la mancanza di disponibilità di acqua per la crescita primaverile.

In Friuli Venezia Giulia, gli invasi sono già in grave sofferenza. E’ allarme anche in Veneto dove si teme per il grano, il radicchio, l’orzo e le colture in campo che con il rialzo precoce delle temperature hanno bisogno d’acqua ma i canali di irrigazione sono vuoti. In sofferenza anche una coltivazione tipica del Veneto: l’asparago sia bianco che verde. E’ in via di emanazione un provvedimento che proclami lo stato di grave sofferenza idrica, con l'individuazione delle azioni da intraprendere nell'immediato. In Alto Adige e Trentino è stato chiesto di anticipare i prelievi di acqua per combattere la siccità determinata da un caldo sopra la media e la conseguente sofferenza patita dagli alberi da frutto, specie in Valle di Non. In Lombardia - sottolinea la Coldiretti - la mancanza di pioggia sta creando seri danni alla germinazione delle piante (soprattutto per il mais, uno dei pilastri della zootecnia regionale) e sarà necessario intervenire con irrigazioni di soccorso mentre problemi iniziano già a ricontrarsi nelle risaie del Pavese. In Emilia Romagna e soprattutto nelle provincie di Ferrara e Parma il caldo primaverile sta esasperando i problemi delle scarse precipitazioni dell’autunno scorso che sta mettendo a rischio sia i cereali che gli ortaggi. In difficoltà c’è soprattutto il grano ma con la ripresa vegetativa favorita dal caldo potrebbero soffrire anche le piante da frutta ma problemi seri ci sono anche per il trapianto degli ortaggi (dai radicchi, alle carote, al pomodoro) che necessitano quanto prima di poter essere irrigati per attecchire.

Delle regioni del Nord, il Piemonte è forse quella che aveva risentito meno della carenza idrica, ma per l’assenza di precipitazioni adesso allarme nelle zone vocate a riso del Novarese e nell’Alessandrino dove le temperature anomale fuori stagione - precisa la Coldiretti - stanno creando grossi problemi soprattutto ai cereali, riducendo drasticamente le rese ad ettaro, in particolare di grano e orzo. In Liguria gli agricoltori del Ponente sono preoccupati, l’acqua scarseggia e le riserve idriche sono ai minimi. I floricoltori sono stati danneggiati dal clima dei mesi scorsi, dal caldo seguito alla coda di freddo invernale. In questo momento le piante coltivate all’aperto come ranuncoli e anemoni, sono andate in fioritura troppo presto rispetto alle esigenze del mercato. In Toscana la siccità di questi giorni sta provocando seri danni soprattutto alla produzione di grano (tenero e duro) e ai cereali (mais e orzo in particolare) che stanno per entrare in una fase cruciale e la mancanza di acqua, in un momento delicato come questo può mettere fortemente rischio la fioritura e la successiva maturazione dei cereali. In sostanza per la Toscana la siccità e le temperature decisamente fuori stagione avranno secondo la Coldiretti un drastico effetto sulla resa ad ettaro con un abbattimento del 50% della produzione e potrebbe costare, in termini di produzione, oltre 2 milioni di quintali di grano per un valore tra 50 e 60 milioni di euro. Anche in Umbria è già emergenza acqua.

La Sardegna - conclude la Coldiretti - ha addirittura chiesto lo stato di calamita per la siccità che sta colpendo la regione dove il problema è molto serio e colpisce seriamente le aziende agropastorali. Le scarse piogge stanno costringendo gli allevatori ad acquistare i mangimi, con incrementi di costi difficilmente sostenibili e in più le condizioni climatiche del momento non potranno assolutamente garantire il regolare sviluppo delle coltivazioni.

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