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TERREMOTO IN EMILIA: ANCHE L’AGRICOLTURA COLPITA DURAMENTE. TRA ALLEVAMENTI, STRUTTURE, MACCHINARI E STALLE I DANNIA AMMONTANO A 250 MILIONI. LE PRODUZIONI DI PARMIGIANO E GRANA IN GINOCCHIO. FOCUS - LE REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI

La scossa di 6,2 gradi Richter che ha colpito l’Emilia la notte tra sabato e domenica, ha messo in ginocchio anche uno dei comprati produttivi più importanti della Regione: tra allevamenti, strutture e stalle, sono stimati in almeno 250 milioni di euro i danni all’agricoltura. Ma i danni maggiori riguardano le centinaia di migliaia di forme di Parmigiano e Grana andate perse, come ricordano i due Consorzi, in attesa delle stime definitive del Ministero dell’Agricoltura, che ha attivato un monitoraggio dei danni per definire, in coordinamento con le Regioni e tutte le altre istituzioni interessate, il reale ammontare delle perdite per le aziende e gli agricoltori.

Focus - Coldiretti

Il totale dei danni stimati dalla Coldiretti per il terremoto in Emilia Romagna è di 200 milioni di euro tra crolli e lesioni degli edifici rurali (case, stalle, fienili e serre) danni ai macchinari, animali imprigionati sotto le macerie e le oltre 400 mila forme di Parmigiano Reggiano e Grana Padano, cadute a terra per il crollo delle “scalere”, le grandi scaffalature di stagionatura che sono collassate sotto le scosse. Proprio per il Parmigiano, ingenti danni si registrano nei magazzini delle aziende Albalat di Albareto e La Cappelletta di S. Posidonio, entrambe in provincia di Modena, e dell’azienda Caretti a San Giovanni in Persiceto (Bologna) ma danni evidenti anche per le forme di Grana impilate nei magazzini del mantovano. Ad essere colpite sono soprattutto le forme fresche (sei mesi di stagionatura) ormai irrimediabilmente danneggiate ma il danno, sottolinea la Coldiretti, è aggravato anche dalla difficile individuazione di nuove strutture per la stagionatura delle forme rimaste integre. Negli allevamenti da latte - sottolinea la Coldiretti - le mucche che si sono salvate sono ancora sotto shock e agitate dalle continue scosse che rischiano di avere un effetto sulla produzione di latte. Pesanti danni alle strutture degli allevamenti di maiali e mucche come a Mirandola nell’azienda Pradella e in altre due aziende di San Felice sul Panaro (Mo) dove è crollato il tetto dove erano custoditi i maiali, con diversi animali rimasti intrappolati sotto le macerie, mentre nella zona tra San Felice e Medolla è crollato il tetto di un allevamento di mucche.

Nel Ferrarese invece, a Sant’Agostino, informa la Coldiretti, è crollato l’impianto fotovoltaico installato sul tetto di un capannone adibito a ricovero dei macchinari e attrezzi agricoli nell’azienda di Mirco Tartari, componente di giunta della Coldiretti di Ferrara. Peraltro Sant’ Agostino è posto sul vecchio alveo del fiume Reno su terreno sabbioso e per effetto del sisma sembra essersi addirittura alzata la falda acquifera che sta spingendo l’acqua fuori dai pozzetti. A Medolla nel modenese sono scoppiati i vetri delle serre di Garden Vivai Morselli e rovinate le piante ma altri danni si sono verificati anche a Finale Emilia dove nell’ azienda agricola del Presidente di zona della Coldiretti Tazio Gallini si è aperto il tetto dell’abitazione mentre nel fienile si è completamente spostata la colonna di sostegno. Crepe nei fienili, tegole cadute dai tetti delle cascine, cornicioni che si sono staccati, vecchi fabbricati crollati sono segnalati in tutta l’area interessata dal sisma. La Coldiretti ha già avviato una azione di verifica capillare sul territorio ma molte aziende isolate non si riescono a raggiungere telefonicamente e pertanto il bilancio dei danni potrebbe essere molto più grave.

Focus - Cia - Confederazione italiana agricoltori

Nella zona del Lambrusco - dice la Cia - sono diversi gli stabilimenti di produzione vinicola danneggiati, mentre sono andati persi molti litri di aceto balsamico che è fuoriuscito dalle botti.
La Cia, che sta seguendo l’evolversi della situazione e ha attivato un esame in tutto il territorio colpito dal terremoto, ha chiesto al governo che venga subito dichiarato lo stato di calamità.
La Confederazione, comunque, sta svolgendo una stima capillare dei danni arrecati a fabbricati, allevamenti e strutture produttive per scattare l’esatta fotografia della drammatica situazione: “la Cia - spiega il presidente Politi - anche in questa particolare e drammatica occasione si è mobilitata in tutte le sue strutture. Stiamo predisponendo iniziative tese a dare risposte a chi oggi soffre e ha visto distrutto in un attimo tutto quello che era stato faticosamente costruito. Come per l’Abruzzo, pure per le zone colpite dell’Emilia vogliamo far sentire la nostro impegno. Per questo non lasceremo nulla d’intentato, sviluppando tutte le azioni possibili”.

Focus - Copagri - Confederazione produttori agricoli

“La Confederazione Produttori Agricoli esprime vicinanza ai familiari delle vittime del terribile terremoto che ha colpito gravemente l’Emilia ed a quanti, purtroppo migliaia, in queste ore sono costretti fuori dalle proprie abitazioni. Per quel che concerne lo specifico del settore agricolo, chiediamo che una volta accertati e quantificati i danni provocati all’ambiente rurale, alle strutture strumentali ed alle produzioni, in quell’area peraltro particolarmente vocate alla qualità, il Governo deliberi ogni misura utile a sostenere la ripresa della normalità e dell’attività delle aziende agricole. Non è ancora il momento di sbilanciarsi in cifre, ma è certo che l’agricoltura emiliana è davanti ad una gravissima battuta d’arresto. Nonostante la proverbiale forza del mondo agricolo difronte ad ogni genere di calamità non è questa una situazione dalla quale si può uscire da soli e siamo convinti che le istituzioni manifesteranno nei fatti la propria sensibilità e consapevolezza della necessità di agire per il bene del settore.” Ecco le parole del presidente di Copagri, Franco Verrascina.

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