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PIU’ FORZA A CONSORZI E DENOMINAZIONI GRAZIE AL PACCHETTO QUALITA’. IN DIRITTURA D’ARRIVO IL REGOLAMENTO UE, FORSE ENTRO L’ESTATE, CHE PERMETTE MAGGIORE TUTELA DEI NOSTRI PRODOTTI NELL’UE. PAROLA DEL MINISTRO CATANIA E DEL PRESIDENTE DE CASTRO

Potrebbe finalmente arrivare in porto, forse già entro l’estate, la nuova stesura del “Pacchetto qualità”, il regolamento europeo che mira, tra l’altro, a dare maggiore forza alla tutela dei prodotti di qualità e alle denominazioni, dentro i confini dell’Unione. A dirlo il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania e il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, oggi a Firenze ad un incontro Aicig, l’associazione italiana dei consorzi di indicazione geografica guidata da Giuseppe Liberatore (che è anche direttore generale del Consorzio del Chianti Classico).
L’occasione era festeggiare i venti anni dalla nascita del sistema comunitario Dop e Igp e parlare di prospettive future. Secondo il Ministro la difesa dei nostri prodotti e delle nostre denominazioni “è una battaglia che portiamo avanti da 30 anni, che non è finita ma continuerà in forme sempre nuove. In Europa abbiamo una buona normativa che cercheremo di migliorare con la stesura del nuovo regolamento qualità che è un punto importante che rafforzerà ancora di più la tutela in Europa”.
Ma fuori dai confini europei, avverte Catania, “il discorso è molto più complesso. Occorre pazienza, lavorare a fondo, attraverso accordi bilaterali per la tutela delle denominazioni protette, e dove possibile anche la registrazione nei paesi dei nostri marchi”. L’auspicio è quello “di arrivare presto alla stesura ma c’è una spaccatura verticale tra il Parlamento Europeo, che ha già dato il via libera, e il Consiglio dove ci sono ministri che stanno facendo un’opposizione feroce, come nel caso della Germania. Va detto però che i parlamentari europei tedeschi hanno invece votato a favore del pacchetto”.
Secondo De Castro “attraverso il “Pacchetto qualità” noi potremo dare più forza ai Consorzi di tutela e superare le difficoltà sui mercati internazionali, soprattutto a livello europeo. All’estero vengono infatti copiate le nostre produzioni e i nostri mercati. C’è una norma in particolare, la cosiddetta ex Ufficio, che obbligherà gli Stati membri a ritirare la merce dagli scaffali laddove c’è l’usurpazione di un marchio o la distorsione di un nome”. Questo nuovo regolamento, ha aggiunto, “è indirizzato a rendere più forti le produzioni certificate ma dobbiamo capire che accanto alla grande qualità e produzione italiana è necessaria anche una capacità organizzativa e commerciale. Questo è il nostro punto debole specie del nostro Igp. Ne abbiamo 217, siamo i primi in Europa, ma solo 5 di esse da sole fanno quasi l’80% del valore dell’intera produzione italiana”.
Altro paio di maniche è affrontare i paesi extra Unione dove anche per De Castro “occorre un’altra strategia. Non possiamo certo pretendere il rispetto delle regole europee fuori dai nostri confini. Quello che dobbiamo pretendere fuori dall’Europa, e come Parlamento europeo lo stiamo facendo, è quello di chiedere alla commissione europea di essere più aggressiva e di sviluppare maggiore diplomazia per salvaguardare le nostre produzioni”. “Non possiamo più tollerare - ha detto ancora - che in Canada ci sia un produttore locale che da 20 anni produce Prosciutto di Parma e che invece i nostri produttori siano costretti a cambiare nome e marchio in quel Paese. Queste cose però non si risolvono con la carta bollata perché in ‘punta di diritto’ loro hanno ragione. Serve l’arte della diplomazia e della politica”.

Focus: il sistema delle Dop e Igp a livello cumunitario e italiano
Ad oggi il numero dei riconoscimenti a livello europeo è di 1056 prodotti, di cui 544 Dop e 512 Igp mentre i prodotti a indicazione geografica registrati in Italia (paese leader per numero di riconoscimenti) sono 241 di cui 152 Dop e 89 Igp. Il settore con il maggior numero di riconoscimenti è quello dell’ortofrutta e cereali (96 prodotti), seguito dagli oli extravergine di oliva (43), formaggi (42), prodotti a base di carne (36), carne fresca (4) e altri settori che sommati contano altre 20 Ig.
In valori economici, il fatturato al consumo di Dop e Igp italiane, vale 10 miliardi di euro, di cui quasi 7,4 sul mercato nazionale, ed è curioso che la fetta più importante del fatturato si concentri su poche denominazioni (le prime dieci rappresentano da sole l’82% del totale) anche se sono in ascesa nuove promettenti denominazioni in particolare tra gli aceti balsamici e i prodotti ortofrutticoli.
La distribuzione geografica premia il Nord Italia, dove si concentra quasi il 50% delle aziende agricole produttrici, anche se si registra un progressivo rafforzamento dei prodotti di qualità nelle regioni meridionali del Paese.
Le eccellenze agroalimentari italiane sono molto apprezzate anche all’estero, dove si dirigono prodotti per un valore di 2 miliardi di euro, in particolare formaggi e prodotti a base di carne, ma anche aceti e oli extravergine di oliva.

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