I “tarocchi” del made in Italy sono sempre in agguato. Questa volta tocca alle arance: a Scordia, in provincia di Siracusa, 20 quintali di arance “Navel”, di provenienza spagnola, pronte per essere commercializzate e spacciate come arance siciliane, sono state sequestrate nelle attività di controllo sulla tracciabilità dell’ortofrutta dagli ispettori del servizio Fitosanitario e dal nucleo operativo del Corpo forestale della Regione Sicilia.
L’ispezione, guidata dal dipartimento per gli Interventi strutturali in agricoltura della Regione siciliana, rientra nelle attività di controllo messe in campo a tutela dei consumatori e degli agricoltori contro l’agropirateria, fenomeno che “scippa” 7 milioni di euro l’ora e 60 miliardi di euro l’anno all’agroalimentare made in Italy, il più clonato al mondo. Secondo le ultime dichiarazioni della Cia sul tema, infatti, l’Italia è il Paese più colpito dalla contraffazione, dall’agropirateria, dai “falsi d’autore” dell’alimentazione. Nel Belpaese si realizza più del 21% dei prodotti a denominazione d’origine registrati a livello comunitario. A questi vanno aggiunti i 521 vini Doc, Docg e Igt e gli oltre 4.000 prodotti tradizionali censiti dalle Regioni e inseriti nell’Albo nazionale. Una lunghissima lista di prodotti dai prosciutti all’olio di oliva, dai formaggi ai vini, dai salumi agli ortofrutticoli che ogni giorno, però, rischia il “taroccamento”.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025