Buonitalia, l’agenzia del Ministero delle Politiche Agricole per la promozione del made in Italy all’estero, è in liquidazione. Ma come si è potuti arrivare a questo punto, vista la buona salute di cui godono le casse della società (ci sono ancora 20 milioni di euro, e molti enti da pagare, tra cui l’Enoteca Italiana, Vinitaly ed il Parmigiano Reggiano ...)? A rispondere, parlando a “Report” (Rai Tre) di “soldi spesi in modo politicamente scorretto e con pressappochismo”, è l’ex Ministro Giancarlo Galan, che punta il dito sulla gestione del suo predecessore, Luca Zaia. Ma la malagestione parte da lontano, e intanto l’Italia ha un’“arma” in meno per competere all’estero.
Critiche e considerazioni figlie di vecchie ruggini (politiche)? In realtà, sembra di no, visto che anche la commissione Agricoltura della Camera, ficcando il naso tra i contratti dei progetti realizzati, ha notato che c’era un certo squilibrio a favore della regione Veneto. E poi, secondo il Ministero, le rendicontazioni dei progetti non sono complete, ecco perché, nonostante le casse abbiano ancora fondi a cui poter attingere, la società è in liquidazione. Tra i casi scottanti, di cui Zaia è stato direttamente responsabile, la realizzazione del sito di Buonitalia, affidata ad uno dei soci di Alberto Campion, l’uomo che gli ha curato la comunicazione web creando il sito lucazaia.it. E ancora, la sponsorizzazione, per 328.000 euro, di una squadra di basket canadese, i Toronto Raptors, dove lavora Maurizio Gherardini, ex procuratore generale della Benetton Treviso, che “avrà dato l’aggancio per una squadra e per una promozione a livello degli Stati Uniti”, risponde Zaia, e conclude: “perché non mi chiede del milione di euro speso prima di noi per finanziare una guida negli Stati Uniti?”.
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