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SE PER IMPARARE I SEGRETI DELLA RISTORAZIONE ITALIANA GLI STUDENTI DELL’ISTITUTO ALBERGHIERO DI FIRENZE VANNO A LEZIONE ALLA STORICA E PLURI-STELLATA ENOTECA PINCHIORRI ACCOMPAGNATI DAL PROF ROMANELLI ...

Imparare i segreti della più alta ristorazione italiana osservando i suoi maestri all’opera, non tra i banchi in classe, ma in una “scuola d’eccezione” per un giorno: la storica e pluristellata Enoteca Pinchiorri di Firenze, che, l’8 giugno, ha fatto da sfondo al pranzo-studio degli studenti del corso di studi di ristorazione dell’Istituto alberghiero “Bernardo Buontalenti” di Firenze, accompagnati dal loro professore Leonardo Romanelli, uno dei più apprezzati critici enogastronomici italiani, per l’ultimo stage formativo prima degli esami di maturità (info: www.buontalenti.org). Ad accogliere i maturandi nell’ultimo giorno di scuola, i “padroni di casa” Giorgio Pinchiorri e Annie Feolde, nel loro locale trasformato per un giorno in una vera e propria aula, dove gli studenti hanno potuto osservare l’operato di coloro che ogni giorno trasformano le loro fatiche in eccellenze enogastronomiche.
“Credo sia essenziale per dei futuri cuochi e camerieri - ha detto Leonardo Romanelli - conoscere l’eccellenza della ristorazione italiana. Per questo i miei allievi hanno iniziato in quarta andando al pranzo-studio al ristorante Il Palagio dell’Hotel Four Seasons, conoscendo così la cucina dello chef Vito Mollica. Il percorso è poi continuato quest’anno al ristorante Ora d’Aria, dove opera lo chef Marco Stabile, per terminare idealmente all’Enoteca”. Per l’occasione il menu è stato curato appositamente dagli chef Italo Bassi e Riccardo Monco, che ai ragazzi hanno fatto visitare le cucine, mentre Alessandro Tomberli, il maître, ha fatto da guida in sala e nella storica e ricchissima cantina dell’Enoteca. Perché tutto questo? “Credo che per un allievo - ha aggiunto Romanelli - sia importante saper mangiare, prima di cucinare o servire. Solo così sarà possibile trasferire nei nuovi la passione e le emozioni provate nell’assaggiare la grande cucina”.

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