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SPENDING REVIEW ALIMENTARE: SECONDO UNA RICERCA NIELSEN, PRESENTATA OGGI A MILANO, IN ITALIA FINISCONO NELLA SPAZZATURA 12,3 MILIARDI DI EURO DI CIBO L’ANNO CHE, PER COLDIRETTI E IL MINISTRO CATANIA “SONO RISORSE DA SALVARE PER I PIÙ POVERI”

In tempo di crisi, bisogna capire dove e come tagliare gli sprechi: in Italia, la soluzione è, relativamente, semplice, bisogna cercare in tutti i modi di sprecare meno cibo. Ogni persona, secondo un’indagine Nielsen presentata oggi a Milano, “butta” 117 euro l’anno di alimenti, pari a 12,3 miliardi di euro che, come ricordano sia Coldiretti che il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania, potrebbero rappresentare una risorsa fondamentale per gli strati più poveri della popolazione.

Eppure, già oggi quasi 1 miliardo di euro di cibo viene recuperato; l’obiettivo è ora recuperarne altri 6 miliardi, per portare questi alimenti sulla tavola di chi non ne ha a sufficienza. A dirlo è l’indagine “Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunità” realizzata da Fondazione per la Sussidiarietà e Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen Italia. Secondo gli esperti, la ragione principale di tutto questo spreco è “il disallineamento tra domanda e offerta e la non conformità del prodotto a standard di mercato”. Questo è vero soprattutto a livello domestico, anche se nell’insieme “le imprese della filiera generano più eccedenza delle famiglie”. Ad oggi, gran parte dell’eccedenza alimentare “non viene recuperata per il consumo umano. Solo una piccola parte, poco più del 6%, è donata alle cosiddette “banche del cibo” e ad enti caritativi”. Lo spreco di cibo in Italia è pari a 5,5 milioni di tonnellate/anno, ossia il 92,5% dell’eccedenza e il 16% dei consumi. Eppure, spiega Alessandro Perego, docente di logistica al Politecnico di Milano e curatore della ricerca, “quasi il 50% delle eccedenze generate nella filiera agroalimentare è recuperabile per l’alimentazione umana con relativa facilità, se lo si vuole realmente fare. Certo, occorre un gioco di squadra in cui tutte le aziende della filiera collaborano, in un contesto normativo che tenda a garantire la qualità senza creare inutile burocrazia”.

“L’indagine - sottolinea Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà - mostra che la collaborazione tra istituzioni, filiera agroalimentare e realtà non profit quale il Banco Alimentare è fondamentale per rispondere al bisogno alimentare di tante persone indigenti. Nessuna crisi e nessuno spreco si vincono con la bacchetta magica o con proclami, ma con un lavoro che richiede collaborazione ed educazione”. Il recupero degli sprechi alimentari e la collaborazione con le “banche del cibo” sono una questione rilevante per le imprese coinvolte: “Siamo molto sensibili al tema delle eccedenze - dice Manuela Kron, direttore corporate affairs Nestlé In Italia - che per un’azienda alimentare leader come la nostra rappresentano uno spreco per ben tre volte: costano quando vengono create, quando devono essere distrutte e perché non possono più fare ciò per cui sono nate, ovvero nutrire le persone. Per questo, da anni in Italia collaboriamo strettamente con il Banco Alimentare, partner che ci permette di non sprecare e di far diventare una risorsa preziosa per gli altri le nostre eccedenze, mettendo a disposizione dell’Associazione alimenti di ottima qualità ed edibili ma che per varie ragioni non possono più essere venduti. Auspichiamo che sempre più aziende alimentari scelgano di organizzarsi in questa direzione, partendo dalle linee guida ben disegnate da questa indagine”. “Se da un lato i risultati ci allarmano, per i volumi di spreco evidenziati - conclude Andrea Giussani, presidente di Fondazione Banco Alimentare Onlus - dall’altro ci rassicurano sulle scelte intraprese e ci stimolano a dare il massimo. Questa ricerca rappresenta anche una finestra sulla realtà per tutti gli attori della filiera agroalimentare, industrie e distributori in primis, e mi auguro li stimoli a considerare sempre più strategico il donare le proprie eccedenze a chi con costanza e continuità quotidianamente combatte la povertà e il disagio sociale attraverso il loro recupero e la redistribuzione”.

“Il tema dell’aiuto ai poveri, anche attraverso le eccedenze alimentari, è per questo Governo particolarmente importante, considerando che il tema dell’etica, declinata in legalità e solidarietà, è per noi caratterizzante”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Mario Catania, anche lui alla presentazione della ricerca. “Per quanto riguarda il sostegno alle fasce più povere della popolazione, fortunatamente, l’Italia non è all’anno zero - ha proseguito il Ministro -. Molto è stato fatto, anche grazie alle food bank e agli enti caritativi che si sono impegnati su questo fronte, e ad alcune misure comunitarie che l’Italia ha saputo sfruttare al meglio in questi anni.
Mi riferisco alla misura per gli aiuti agli indigenti, per il cui mantenimento mi sono fortemente battuto sia a Roma che a Bruxelles. Esiste, infatti, un fronte di Paesi che credeva fosse opportuno eliminare questo intervento, che solo all’Italia dava aiuti per circa 100 milioni di euro. Per il 2011-2012 siamo riusciti a confermarlo, ma per il 2013 la partita è ancora aperta”. Il Ministro Catania ha poi sottolineato: “Ho inserito nel decreto sviluppo, che spero sarà presto approvato, un provvedimento che istituirà un fondo nazionale al quale potranno contribuire tutte le imprese della filiera agroalimentare e la società civile. L’idea è che questo fondo possa integrare e supportare le misure europee già previste, considerando il contesto sempre più difficile nel quale si trovano i meno abbienti”.

Focus - Federalimentare: “pienamente consapevoli di quanto sia necessario recuperare le eccedenze”

Federalimentare è “pienamente consapevole di quanto sia sempre più necessario trasformare le eccedenze della filiera alimentare in un’opportunità di recupero e redistribuzione dei prodotti”. “Siamo favorevoli a misure di incentivo per valorizzare le eccedenze - afferma il presidente Filippo Ferrua - che per altro nella fase della produzione industriale secondo lo studio del Politecnico di Milano, incidono solo per lo 0,4%, e vengono recuperate per il 55,3%. Ben venga in tal senso l’istituzione di un fondo nazionale per gli indigenti, annunciata stamane dal Ministro delle politiche agricole Mario Catania. Già oggi - sottolinea il presidente dell’associazione delle imprese industriali dell’alimentazione - il 35,3% dell’eccedenza dell’industria è donato a enti caritativi e sono circa 700 le aziende alimentari che forniscono una realtà importante del terzo settore come il Banco Alimentare, ma siamo pronti a fare di più. Siamo inoltre impegnati a rafforzare la lotta allo spreco lungo le altre fasi della filiera”. Ad esempio, solo da imballaggi più efficaci - ricorda Ferrua - lo spreco può essere ridotto tra il 3 e il 10%, mentre dagli anni Novanta a oggi i consumi di acqua si sono ridotti, in media, di circa il 30-40% e l’efficienza energetica è cresciuta del +7,8%. “La sostenibilità e il contrasto allo spreco - conclude - sono sempre stati due obiettivi di Federalimentare, che non a caso ha partecipato sin dalle origini alle attività del Banco Alimentare”.

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