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È “SAGRA MANIA”: IL COMPARTO HA UN VOLUME DI 350 MILIONI, CON CIRCA18.000 EVENTI SUL TERRITORIO NAZIONALE, 250 APPUNTAMENTI AL GIORNO. IL MONITO DI CONFESERCENTI “STOP ALLE SAGRE SELVAGGE”, NO A EVENTI CHE NON HANNO A CHE FARE CON LA TRADIZIONE

È arrivata l’estate e su e giù per il Belpaese si moltiplicano gli appuntamenti con le sagre. Da Nord a Sud impazza sempre più la “sagra mania”. Gli eventi enogastronomici di questo tipo prolificano, tanto che oramai si parla di un vero e proprio comparto dell’economia italiana che conta un volume d’affari di 350 milioni di euro, scaturito da circa 18.000 eventi sul territorio nazionale, pari a una media di 250 appuntamenti al giorno, cifra che sale a quasi 1.000 nel periodo estivo. Sono questi i numeri delle sagre enogastronomiche in Italia nel 2011. Ma l’altro risvolto della medaglia lo evidenzia Confersercenti, una delle associazioni più importanti in Italia per le piccole e medie imprese legate al commercio, in un documento presentato oggi a Roma all’incontro “Estate: tempo di sagre. Per i pubblici esercizi tempo di magre. Stop alle sagre selvagge”, organizzato dalla stessa Confederazione per chiedere “regole più chiare” e lo “stop alla sagra selvaggia”, a eventi che nulla hanno a che fare con la tradizione e il prodotto tipico.

“Le sagre di qualità - ha detto Esmeralda Giampaoli, presidente di Fiepet Confesercenti - sono una risorsa fondamentale per il territorio, un volano per l’economia nel suo complesso, ma anche per la cultura, la coesione sociale e ovviamente il commercio. Purtroppo - ha proseguito - assistiamo al prolificare di eventi che nulla hanno a che fare con la tradizione e il prodotto tipico: vengono chiamati sagre, ma in realtà siamo in presenza di ristorazione parallela, di “lupi travestiti da agnelli”, che fanno concorrenza sleale agli esercizi pubblici, sviliscono il patrimonio locale e possono rappresentare anche un rischio per la salute dei consumatori. Da qui la richiesta di regole più stringenti e chiare, in particolare sulla definizione del termine sagra, sulla durata “che deve essere ragionevole” della manifestazione, sull’identificazione dei soggetti che possono promuovere tale attività e sul ripristino dei “requisiti professionali” per chi organizza tale manifestazione”.

Una sagra “tipo”, secondo Confesercenti, dura 5 giorni, somministra 200 coperti al giorno, per una media di 20 euro a pasto. Le regioni con il maggior numero di eventi sono l’Emilia Romagna, la Lombardia, la Toscana, il Lazio e il Piemonte. Alla presentazione del documento hanno partecipato, tra gli altri, Silvio Barbero, vicepresidente di Slow Food, Susanna Cenni, componente della Commissione Agricoltura della Camera, Claudio Nardocci, presidente dell’Unione nazionale Pro Loco. Unanime il consenso sulla necessità di isolare le sagre di “serie B” e fare sistema per promuovere la qualità e la vera cultura enogastronomica del territorio.

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