02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

DAL 2 LUGLIO, BUONITALIA È IN LIQUIDAZIONE: L’ITALIA RISCHIA LA FIGURACCIA. 20 MILIONI DI EURO ANCORA NELLE CASSE DELLA SOCIETÀ DEL MINISTERO, CON CREDITORI CHE ASPETTANO, E LAVORATORI CHE RISCHIANO DI PAGARE RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVE-POLITICHE

L’evoluzione della vicenda Buonitalia, la Spa controllata dal Ministero delle Politiche Agricole per la promozione del made in Italy agroalimentare nel mondo, e ufficialmente in liquidazione dal 2 luglio (di cui WineNews si era già occupata), rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol per l’immagine dell’Italia tutta.

Primo perché il “fallimento”, pilotato o meno, di un’azienda pubblica non è mai salutare per il “rating” del Paese. Secondo perché, paradossalmente, l’azienda, dal punto di vista finanziario, sarebbe anche in attivo, visto che in cassa ci sarebbero risorse per oltre 20 milioni di euro che non possono essere spese solo perché manca l’adeguata rendicontazione, e che sarebbero sufficienti anche a pagare gran parte dei debiti della società, almeno con i creditori più grandi: secondo diverse fonti, VeronaFiere aspetta 3,5 milioni di euro, il Consorzio del Grana Padano 2,8, come quello del Parmigiano Reggiano, la Biennale di Venezia 300.000 euro, Enoteca Italiana 200.000, tutti per progetti già approvati e realizzati. Terzo, perché sarebbe evidente che a pagare direttamente sarebbero soprattutto i dipendenti, visto che la procedura di licenziamento collettivo va avanti, con i lavoratori che diventano capro espiatorio delle responsabilità amministrative e politiche, visto che hanno eseguito progetti e compiti stabiliti e approvati dai dirigenti della società, nominati via via direttamente dal Ministero.

Senza contare che verrebbe meno un impegno preso dalla Pubblica Amministrazione, visto che, nel verbale dell’assemblea dei soci del 13 settembre 2011, in cui si afferma che la salvaguardia dell’occupazione è uno degli obbiettivi prioritari che il liquidatore deve perseguire nelle procedure di liquidazione della società.

Insomma, un pasticcio brutto, da cui l’Italia dell’agroalimentare, ma non solo, rischia di veder danneggiata la propria credibilità come Paese. Tanto più che, stando ai rumors, ai creditori più importanti sarebbe stato proposto una sorta di “condono sicuro” di parte del debito per scongiurare il rischio di perdere tutto una volta liquidata la società. Atteggiamento che, se confermato, stride sia con l’etica, che, soprattutto adesso, con una pubblica amministrazione che pretende da aziende e privati un ferreo rispetto dei tempi di pagamento ma che, spesso, agisce in modo completamente diverso.

Insomma, dalla vicenda Buonitalia, se proseguirà su questi binari, rischia di uscire tristemente rafforzata l’immagine di una “Cattivitalia”, che non fa bene a nessuno. “Non giova far fallire un’azienda di Stato: la grande attenzione riservata al nostro Paese dai mercati internazionali ed il conseguente rischio di perdere ulteriore credibilità rappresentano un efficace deterrente”. aveva detto sulla vicenda il presidente della Commissione Agricoltura alla Camera dei Deputati Paolo Russo (Pdl), tra i primi critici della gestione di Buonitalia, che ha chiesto addirittura l’intervento della Magistratura, attaccando soprattutto la gestione di Walter Brunello, nominato dal Ministro leghista Zaia.

“Un conto sono le responsabilità politiche, altro è rilevare che Buonitalia ha risorse che non possono essere spese. Una cosa è lasciare che un’azienda del Ministero fallisca, tra creditori inevasi, lavoratori abbandonati ed aziende prive di un’opportunità, altra cosa è trasferire la missione, le risorse e le competenze professionali ad altra agenzia nazionale per sostenere davvero la filiera agroalimentare nelle opportunità di internazionalizzazione. La mission resta, forse sarebbe il caso di affidarla alla nuova Ice”. Parole che andrebbero ascoltate.

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli