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SPENDING REVIEW: CON LA CHIUSURA DELL’INRAN (ISTITUTO NAZIONALE DI RICERCA PER ALIMENTI E NUTRIZIONE), A RISCHIO 80 RICERCATORI E L’EREDITÀ SCIENTIFICA E CULTURALE DI UN ENTE CHE ESISTE DAL 1939. COSÌ I RICERCATORI AL MINISTERO DELL’AGRICOLTURA

Il decreto sulla spending review prevede, tra le altre cose, la soppressione dell’Inran, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione. Un taglio che comporterà “il rischio di perdere 80 posti di lavoro, la dispersione di un patrimonio di ricerca scientifica e l’eredità culturale di un ente che esiste dal 1939 che ha strutturato la dieta mediterranea”. E’ quanto afferma Laura Rossi, ricercatrice dell’Istituto che ha partecipato ad una mobilitazione, insieme ad altri dipendenti, davanti al Ministero delle Politiche Agricole a Roma, dal quale l’Inran dipende per buona parte dei progetti di ricerca. Le attività dell’Istituto è previsto che passino al Cra, il Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, ma non ci sono ancora precisazioni sul destino dei lavoratori, soprattutto dei precari.

“Abbiamo 80 precari, ricercatori con contratto a tempo determinato - aggiunge Rossi - che rischiano di passare da un processo di stabilizzazione al licenziamento”. L’Inran realizza ogni 10 anni le linee guida per una sana alimentazione e la prossima revisione era prevista per il 2013 ma, con la soppressione, le nuove linee guida rischiano di non vedere mai la luce, così come rischiano di essere interrotti i progetti avviati con le scuole in tutta Italia, per combattere l’obesità infantile. Il decreto prevede anche un taglio del 10% della pianta organica del personale amministrativo, “pari a 50 persone - precisa Roberto Albanese, amministrativo Inran - è dal 1986 che non sono più stati fatti concorsi pubblici e si è proceduto con assunzioni di precari e persone che ci lavorano da 15 anni non si sa che fine faranno”.

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