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MELE CHE NON INVECCHIANO? SONO LE OGM MADE IN CANADA: NON ANNERISCONO E HANNO L’ASPETTO SEMPRE FRESCO. IL SEGRETO? IL GENE “ANTI MACCHIA”. MA 3 ITALIANI SU 4 DICONO NO. COLDIRETTI: MINACCIANO PRODUZIONE ITALIANA E L’IMMAGINE DI SEMPLICITÀ DEL FRUTTO

Le mele che non invecchiano? Sono le Golden Delicious e le Granny Smith, Ogm made in Canada che non anneriscono e mantengono l’aspetto sempre fresco una volta tagliata a fette. Il segreto? Il gene “anti macchia”. La richiesta per la commercializzazione di questi Ogm arriva da parte dell’azienda canadese Okanagan Specialty Fruits della Arctic Apple con l’avvio da parte del Dipartimento dell’Agricoltura statunitense (Usda) di una consultazione di 60 giorni per analizzare la domanda di via libera degli alberi di mele geneticamente modificate. Che, però, non interessano ai quasi 3 italiani su 4 (71%), che si dichiarano contrari agli Ogm in tavola: lo sottolinea la Coldiretti, secondo cui le mele Ogm sono una minaccia per il settore in Italia, primo produttore europeo con circa 70.000 ettari coltivati e oltre 2 milioni di tonnellate di produzione, e per la percezione di semplicità e salute tipica di questo frutto.

Se per l’azienda produttrice si tratta di una scoperta rivoluzionaria perché consente di allungare la scadenza delle confezioni di frutta già sbucciate e porzionate, a preoccupare i coltivatori, sottolinea la Coldiretti, è il fatto che l’arrivo di questo frutto innaturalmente “a prova di macchie” possa alterare la percezione di semplicità e salute che da sempre accompagna le mele. Una preoccupazione che riguarda sopratutto l’Italia che, sostiene la Coldiretti, è il primo produttore europeo di mele con circa 70.000 ettari coltivati e oltre 2 milioni di tonnellate di produzione con gran parte della produzione che ha avuto il riconoscimento comunitario come Indicazioni Geografica Protetta (Igp) o Denominazione di Origine Protetta (Dop). Produzioni come la mela della Val di Non (Dop), mela del Friuli (Dop), mela della Valtellina (Igp), la mela dell’Alto Adige (Igp) la Melannurca campana (Igp) e la mela di Cuneo (Igp) che fondano il proprio successo sulla loro peculiarità che, afferma la Coldiretti, è tutto il contrario dell’omologazione causata dagli Ogm. Nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico, dalle patate fritte superesistenti ai parassiti fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato, sostiene la Coldiretti, il livello di scetticismo dei cittadini. La realtà, conclude la Coldiretti, è, infatti, che gli Ogm attualmente in commercio riguardano pochissimi prodotti (mais, soia e cotone) e sono diffusi nell’interesse di poche multinazionali senza benefici riscontrabili dai cittadini.

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