02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

SULL’ALTARE IL “CANTATE DOMINO”: IL VIN SANTO RICAVATO DA UVE PASSITE DI MOSCATO REALE TARGATO CANTINA-MUSEO ALBEA, DALLA PUGLIA ARRIVA IN VATICANO SU COMMISSIONE DI MONSIGNORE GEORG GANSWEIN, SEGRETARIO PRIVATO DI BENEDETTO XVI ...

Sull’altare il “Cantate Domino”: il Vin Santo ricavato da uve passite di Moscato Reale di Trani targato Cantina-Museo Albea, dalla Puglia arriva in Vaticano su commissione di Monsignore Georg Ganswein, segretario privato di Papa Benedetto XVI. La sua particolarità? Questo nettare dalle antiche radici, che è presente e diventa protagonista nell’Eucarestia, uno dei momenti liturgici più importanti del rito cristiano, deve rispettare non poche regole per il mantenimento della sua purezza e genuinità.
Secondo il Canone 924 del Diritto Canonico, infatti, il derivato dell’uva per l’Eucarestia deve essere assolutamente genuino e corrispondere a precisi, rigorosi parametri. Il milione di litri di vino, destinato alla Messa in un anno, proviene in genere da conventi o altre organizzazioni religiose e, in minor percentuale, da imprese enologiche approvate dal Vaticano. Perciò la scelta dell’etichetta della Cantina-Museo Albea è un riconoscimento al lavoro della cantina. Come da regole ecclesiastiche, quindi, già la materia prima del vino, ovvero l’uva, deve essere integra e nella bevanda è bandita ogni forma di acidità. Il “Cantate Domino” di Albea rispecchia le disposizioni del Vaticano che si possono sintetizzare nell’indicazione “De gemine vitis e non corruptum”, che definisce il vino da Messa come “naturale frutto della vite (matura) e non alterato (inacidito o con addizioni proibite, come alcol di riso o di patate)”.
“L’adulterazione o l’addizione di sostanze pur ammesse dalle leggi dello stato italiano, rendono il vino materia non valida, cioè illecita, per celebrare la Messa - spiega Claudio Sisto, direttore tecnico di Albea - l’unica aggiunta permessa, verso la fine della fermentazione alcolica, è l’alcol di vino, allo scopo di aumentare la conservabilità del prodotto; il vino così ottenuto non può comunque superare i 18 gradi alcolici, ma può essere illimpidito, purché non restino tracce dei chiarificanti inseriti. La bevanda ricavata dalla spremitura delle vinacce invece non è utilizzabile per celebrare la Messa. Il nostro nettare da Messa - continua Sisto - deriva da un’attenta selezione di uve di Moscato Reale di Trani, lasciate appassire per più di un mese sulla pianta e poi raccolte a ottobre, in modo da concentrare il frutto. Vinificato in bianco a basse temperature, dopo una lunga macerazione a freddo, il vino, terminata la fermentazione malolattica, viene imbottigliato per la Santa Sede. Il passito, che nasce da queste uve, è un bianco austero, dorato brillante, con un articolato, armonico e ampio profilo aromatico, che spazia dal floreale ai frutti bianchi, sorretto da un alto grado alcolico, quasi 16% vol, con un residuo zuccherino naturale che lo rende al palato notevolmente più grasso e strutturato. Sontuoso, “Cantate Domino” mostra così - conclude Sisto - i profumi primari del Moscato, esaltato da una nota dolce, e si presenta elegante ed equilibrato”.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli